Page 613 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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e giudizio, quanto nelle cose di Lionardo si conosceva. E tra il gonfalonieri
et i cittadini grandi si praticò che essendosi fatta di nuovo la gran sala del
consiglio, l'architettura della quale fu ordinata col giudizio e consiglio suo,
di Giuliano S. Gallo e di Simone Pollaiuoli detto Cronaca e di Michelagnolo
Buonarroti e Baccio d'Agnolo (come a' suoi luoghi più distintamente si
raggionerà). La quale finita, con grande prestezza fu per decreto publico
ordinato, che a Lionardo fussi dato a dipignere qualche opera bella; e così
da Piero Soderini, gonfaloniere allora di giustizia, gli fu allogata la detta
sala. Per il che volendola condurre Lionardo, cominciò un cartone alla sala
del papa, luogo in S. Maria Novella, dentrovi la storia di Niccolò Piccinino,
capitano del duca Filippo di Milano, nel quale disegnò un groppo di cavalli
che combattevano una bandiera, cosa che eccellentissima e di gran
magisterio fu tenuta per le mirabilissime considerazioni che egli ebbe nel
far quella fuga. Perciò che in essa non si conosce meno la rabbia, lo sdegno
e la vendetta negli uomini che ne' cavalli; tra quali due intrecciatisi con le
gambe dinanzi non fanno men guerra coi denti, che si faccia chi gli cavalca
nel combattere detta bandiera, dove apiccato le mani un soldato, con la
forza delle spalle, mentre mette il cavallo in fuga, rivolto egli con la
persona, aggrappato l'aste dello stendardo, per sgusciarlo per forza delle
mani di quattro, che due lo difendono con una mano per uno, e l'altra in
aria con le spade tentano di tagliar l'aste; mentre che un soldato vecchio
con un berretton rosso, gridando, tiene una mano nell'asta e con l'altra
inalberato una storta, mena con stizza un colpo, per tagliar tutte a due le
mani a coloro, che con forza digrignando i denti, tentano con fierissima
attitudine di difendere la loro bandiera; oltra che in terra fra le gambe de'
cavagli v'è due figure in iscorto, che combattendo insieme, mentre uno in
terra ha sopra uno soldato, che alzato il braccio quanto può, con quella
forza maggiore gli mette alla gola il pugnale, per finirgli la vita: e quello
altro con le gambe e con le braccia sbattuto, fa ciò che egli può per non
volere la morte. Né si può esprimere il disegno che Lionardo fece negli abiti
de' soldati, variatamente variati da lui; simile i cimieri e gli altri ornamenti,
senza la maestria incredibile che egli mostrò nelle forme e lineamenti de'
cavagli: i quali Lionardo meglio ch'altro maestro fece, di bravura, di muscoli
e di garbata bellezza. Dicesi che per disegnare il detto cartone fece uno
edifizio artificiosissimo che, stringendolo, s'alzava, et allargandolo,
s'abbassava. Et imaginandosi di volere a olio colorire in muro, fece una
composizione d'una mistura sì grossa, per lo incollato del muro, che
continuando a dipignere in detta sala, cominciò a colare, di maniera che in
breve tempo abbandonò quella, vedendola guastare. Aveva Lionardo
grandissimo animo et in ogni sua azzione era generosissimo. Dicesi che
andando al banco per la provisione, ch'ogni mese da Piero Soderini soleva