Page 630 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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attorno son diversi amori, che chi in qua chi in là traportano la celata, i
bracciali e l'altre arme di Marte; èvvi un bosco di mirto, et un Cupido che
ha paura d'un coniglio; così vi sono le colombe di Venere e l'altre cose di
amore. Questo quadro è in Fiorenza in casa Giorgio Vasari tenuto in

memoria sua da lui perché sempre gli piacquero i capricci di questo
maestro.

Era molto amico di Piero lo spedalingo de li Innocenti, e volendo far fare
una tavola, che andava all'entrata di chiesa a man manca alla cappella del
Pugliese, la allogò a Piero, il qual con suo agio la condusse al fine, ma
prima fece disperare lo spedalingo; che non ci fu mai ordine che la vedesse

se non finita, e quanto ciò gli paresse strano, e per l'amicizia e per il
sovenirlo tutto il dì di danari e non vedere quel che si faceva, egli stesso lo
dimostrò, che all'ultima paga non gliele voleva dare se non vedeva l'opera.
Ma minacciato da Piero che guasterebbe quel che aveva fatto, fu forzato

dargli il resto, e con maggior collera che prima aver pazienza che la
mettesse su, et in questa sono veramente assai cose buone.

Prese a fare per una cappella una tavola ne la chiesa di S. Piero Gattolini, e
vi fece una Nostra Donna a sedere con quattro figure intorno e due Angeli
in aria che la incoronano. Opera condotta con tanta diligenzia che
n'acquistò lode et onore; la quale oggi si vede in S. Friano sendo rovinata

quella chiesa. Fece una tavoletta de la Concezzione nel tramezzo de la
chiesa di S. Francesco da Fiesole la quale è assai buona cosetta, sendo le
figure non molto grandi. Lavorò per Giovan Vespucci, che stava dirimpetto

a S. Michele della via de' Servi, oggi di Pier Salviati, alcune storie
baccanarie che sono intorno a una camera, nelle quali fece sì strani fauni,
satiri e silvani e putti e baccanti, che è una maraviglia a vedere la diversità
de' zaini e delle vesti, e la varietà delle cere caprine, con una grazia et
imitazione verissima. Èvvi in una storia Sileno a cavallo su uno asino con

molti fanciulli, chi lo regge e chi gli dà bere, e si vede una letizia al vivo
fatta con grande ingegno. E nel vero si conosce in quel che si vede di suo
uno spirito molto vario et astratto dagli altri, e con certa sottilità nello

investigare certe sottigliezze della natura, che penetrano, senza guardare a
tempo o fatiche, solo per suo diletto e per il piacere dell'arte; e non poteva
già essere altrimenti perché innamorato di lei, non curava de' suoi comodi
e si riduceva a mangiar continuamente ovva sode che per rispiarmare il
fuoco, le coceva quando faceva bollir la colla; e non sei, o otto per volta,

ma una cinquantina, e tenendole in una sporta, le consumava a poco a
poco. Nella quale vita così strattamente godeva, che l'altre appetto alla
sua gli parevano servitù. Aveva a noia il piagner de' putti, il tossir de gli

uomini, il suono delle campane, il cantar de' frati; e quando diluviava il
cielo d'acqua, aveva piacere di veder rovinarla a piombo da' tetti e
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