Page 638 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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e' rovinò in San Pietro molte cose belle, di sepolture di papi, di pitture e di
musaici e che perciò aviàno smarrito la memoria di molti ritratti di persone
grandi che erano sparse per quella chiesa; come principale di tutti i
cristiani, salvò solo lo altare di San Piero e la tribuna vecchia et a torno vi
fece uno ornamento di ordine dorico bellissimo, tutto di pietra di
perperigno, acciò quando il papa viene in San Piero a dir la messa vi possa
stare con tutta la corte e gl'imbasciatori de' principi cristiani, la quale non
finì a fatto per la morte; e Baldassare sanese gli dette poi la perfezzione.
Fu Bramante persona molto allegra e piacevole, e si dilettò sempre di
giovare a' prossimi suoi. Fu amicissimo delle persone ingegnose e
favorevole a quelle in ciò che e' poteva; come si vede che egli fece al
grazioso Raffaello Sanzio da Urbino, pittor celebratissimo, che da lui fu
condotto a Roma. Sempre splendidissimamente si onorò e visse, et al
grado, dove i meriti della sua vita l'avevano posto, era niente quel che
aveva a petto a quello che egli avrebbe speso. Dilettavasi de la poesia, e
volentieri udiva e diceva in proviso in su la lira, e componeva qualche
sonetto, se non così delicato come si usa ora, grave almeno e senza difetti.
Fu grandemente stimato dai prelati e presentato da infiniti signori che lo
conobbero. Ebbe in vita grido grandissimo e maggiore ancora dopo morte,
perché la fabbrica di San Piero restò a dietro molti anni. Visse Bramante
anni 70 et in Roma con onoratissime esequie fu portato dalla corte del
papa e da tutti gli scultori, architettori e pittori. Fu sepolto in San Piero
l'anno MDXIIII.
Fu di grandissima perdita all'architettura la morte di Bramante, il quale fu
investigatore di molte buone arti ch'aggiunse a quella, come l'invenzione
del buttar le volte di getto, lo stucco, l'uno e l'altro usato dagli antichi, ma
stato perduto da le ruine loro fino al suo tempo. Onde quegli che vanno
misurando le cose antiche d'architettura, trovano in quelle di Bramante non
meno scienza e disegno che si faccino in tutte quelle. Onde può rendersi a
quegli che conoscono tal perfezzione, uno degli ingegni rari che hanno
illustrato il secol nostro.
Lasciò suo domestico amico Giulian Leno, che molto valse nelle fabbriche
de' tempi suoi, per provedere et eseguire la volontà di chi disegnava più
che per operare di man sua, se bene aveva giudizio e grande sperienza.
Mentre visse Bramante fu adoperato da lui nell'opre sue Ventura,
fallegname pistolese, il quale aveva bonissimo ingegno e disegnava assai
aconciamente; costui si dilettò assai in Roma di misurare le cose antiche, e
tornato a Pistoia per rinpatriarsi seguì che l'anno 1509 in quella città una
Nostra Donna, che oggi si chiama della Umiltà, fece miracoli, e perché gli
fu porto molte limosine, la Signoria che allora governava, deliberò fare un