Page 654 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI RAFFAELLINO DEL GARBO PITTOR FIORENTINO
Raffaello del Garbo, il quale, essendo mentre era fanciulletto chiamato per
vezzi Raffaellino, quel nome si mantenne poi per sempre, fu ne' suoi
principii di tanta espettazione nell'arte che di già si annoverava fra i più
eccellenti, cosa che a pochi interviene; ma a pochissimi poi quello che
intervenne a lui che, da ottimo principio e quasi certissima speranza, si
conducesse a debolissimo fine; essendo per lo più costume così delle cose
naturali come delle artificiali, dai piccoli principii venire crescendo di mano
in mano fino all'ultima perfezione. Ma certo molte cagioni così dell'arte
come della natura ci sono incognite e non sempre, né in ogni cosa, si tiene
da loro l'ordine usitato, cosa da fare stare sopra di sé bene spesso i iudizii
umani. Come si sia questo si vede in Raffaellino, perché parve che la
natura e l'arte si sforzassero di cominciare in lui con certi principii
straordinarii, il mezzo de' quali fu meno che mediocre e il fine quasi nulla.
Costui nella sua gioventù disegnò tanto quanto pittore che si sia mai
esercitato in disegnare per venir perfetto, onde si veggono ancora gran
numero di disegni per tutta l'arte, mandati fuora per vilissimo prezzo da un
suo figliolo, parte disegnati di stile e parte di penna e d'acquerello, ma tutti
sopra fogli tinti, lumeggiati di biacca e fatti con una fierezza e pratica
mirabile, come molti ne sono nel nostro libro di bellissima maniera.
Oltre ciò imparò a colorire a tempera et a fresco tanto bene che le cose
sue prime son fatte con una pazienzia e diligenzia incredibile, come s'è
detto. Nella Minerva intorno alla sepoltura del cardinal Caraffa v'è quel
cielo della volta tanto fine che par fatta da miniatori, onde fu allora tenuta
dagli artefici in gran pregio, e Filippo suo maestro lo reputava in alcune
cose molto migliore maestro di sé, et aveva preso Raffaello in tal modo la
maniera di Filippo che pochi la conoscevano per altro che per la sua. Costui
poi, nel partirsi dal suo maestro, rindolcì la maniera assai ne' panni e fé più
morbidi i capegli e l'arie delle teste; et era in tanta espettazione degli
artefici che mentre gli seguitò questa maniera, era stimato il primo giovane
dell'arte, per che gli fu allogato dalla famiglia de' Capponi, i quali, avendo
sotto la chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto fuor della porta a San
Friano sul monte fatto una cappella che si chiama il Paradiso, vollono che
Raffaello facesse la tavola, nella quale a olio fece la Resurrezione di Cristo
con alcuni soldati, che quasi come morti sono cascati intorno al sepolcro,
molto vivaci e begli, et hanno le più graziose teste che si possa vedere; fra
e' quali in una testa di un giovane fu ritratto Nicola Capponi che è mirabile,
parimente una figura alla quale è cascato adosso il coperchio di pietra del