Page 1059 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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facendo varie attitudini tenevano con le mani la bocca del vaso e colle
spalle alcuni festoni che giravano e facevano pendere nel vano del mezzo
una ghirlanda attorno attorno. Oltre ciò aveva fatto il Tribolo nel mezzo di
questo vaso un basamento di legname con belle fantasie attorno, in sul

quale mise per finimento il San Giovanbattista di marmo, alto braccia tre,
di mano di Donatello, che fu lasciato da lui nelle case di Gismondo Martelli,
come si è detto nella vita di esso Donatello. Insomma, essendo questo
tempio dentro e fuori stato ornato quanto meglio si può imaginare, era

solamente stata lasciata in dietro la cappella principale, dove in un
tabernacolo vecchio sono quelle figure di rilievo che già fece Andrea
Pisano. Onde pareva, essendo rinovato ogni cosa, che quella capella così
vecchia togliesse tutta la grazia che l'altre cose tutte insieme avevano.

Andando dunque un giorno il Duca a vedere questo apparato, come
persona di giudizio, lodò ogni cosa e conobbe quanto si fusse bene
accomodato il Tribolo al sito e luogo et ad ogni altra cosa, solo biasimò
sconciamente che a quella capella principale non si fusse avuto cura. Onde

a un tratto, come persona risoluta con bel giudizio, ordinò che tutta quella
parte fusse coperta con una tela grandissima dipinta di chiaro scuro, dentro
la quale San Giovanni Battista battezzasse Cristo et intorno fussero popoli
che stessono a vedere e si battezzassino, altri spogliandosi et altri

rivestendosi in varie attitudini, e sopra fusse un Dio Padre che mandasse lo
Spirito Santo, e due fonti in guisa di fiumi per Ior e Dan, i quali versando
acqua facessero il Giordano. Essendo adunque ricerco di far questa opera
da Messer Pierfrancesco Riccio, maiordomo allora del Duca, e dal Tribolo,

Iacopo da Puntormo, non la volle fare, perciò che il tempo, che vi era
solamente di sei giorni, non pensava che gli potesse bastare. Il simile fece
Ridolfo Ghirlandaio, Bronzino e molti altri. In questo tempo essendo Giorgio
Vasari tornato da Bologna e lavorando per Messer Bindo Altoviti la tavola

della sua capella in Santo Apostolo in Firenze, non era in molta
considerazione, se bene aveva amicizia col Tribolo e col Tasso. Perciò che
avendo alcuni fatto una setta, sotto il favore del detto Messer Pierfrancesco
Riccio, chi non era di quella non participava del favore della corte, ancor

che fusse virtuoso e da bene. La quale cosa era cagione che molti, i quali
con l'aiuto di tanto principe si sarebbono fatti eccellenti, si stavano
abandonati, non si adoperando se non chi voleva il Tasso, il quale, come
persona allegra, con le sue baie inzampognava colui di sorte che non

faceva e non voleva in certi affari, se non quello che voleva il Tasso, il
quale era architettore di palazzo e faceva ogni cosa. Costoro dunque
avendo alcun sospetto di esso Giorgio, il quale si rideva di quella loro
vanità e sciocchezze e più cercava di farsi da qualcosa mediante gli studii

dell'arte, che con favore, non pensavano al fatto suo, quando gli fu dato
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