Page 1062 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1062
Volendo poi il Duca fare, per commodo de' suoi cittadini e mercanti, la
loggia di Mercato Nuovo, e non volendo più di quello che potesse
aggravare il Tribolo, il quale come capo maestro de' capitani di parte e
commessarii de' fiumi e sopra le fogne della città, cavalcava per lo dominio
per ridurre molti fiumi, che scorrevano con danno, ai loro letti, riturare
ponti et altre cose simili, diede il carico di quest'opera al Tasso, per
consiglio del già detto Messer Pierfrancesco maiordomo, per farlo di
falegname architettore, il che invero fu contra la volontà del Tribolo, ancor
che egli nol mostrasse e facesse molto l'amico con esso lui. E che ciò sia
vero, conobbe il Tribolo nel modello del Tasso molti errori, de' quali, come
si crede, nol volle altrimenti avvertire, come fu quello de' capitelli delle
colonne che sono a canto ai pilastri, i quali non essendo tanto lontana la
colonna che bastasse, quando tirato su ogni cosa si ebbero a mettere a'
luoghi loro, non vi entrava la corona di sopra della cima di essi capitelli;
onde bisognò tagliarne tanto che si guastò quell'ordine, senza molti altri
errori, de' quali non accade ragionare. Per lo detto Messer Pierfrancesco
fece il detto Tasso la porta della chiesa di Santo Romolo et una finestra
inginocchiata in sulla piazza del Duca, d'un ordine a suo modo, mettendo i
capitegli per base e facendo tante altre cose senza misura o ordine, che si
potea dire che l'ordine tedesco avesse cominciato a riavere la vita in
Toscana per mano di quest'uomo. Per non dir nulla delle cose che fece in
palazzo di scale e di stanze, le quali ha avuto il Duca a far guastare perché
non avevano né ordine, né misura, né proporzione alcuna, anzi tutte
storpiate, fuor di squadra e senza grazia o commodo niuno. Le quali tutte
cose non passarono senza carico del Tribolo, il quale intendendo, come
faceva, assai, non parea che dovesse comportare che il suo principe
gettasse via i danari et a lui facesse quella vergogna in su gl'occhi, e, che è
peggio, non dovea comportare cotali cose al Tasso che gl'era amico. E ben
conobbono gl'uomini di giudizio la prosonzione e pazzia dell'uno in volere
fare quell'arte che sapeva et il simular dell'altro, che affermava quello
piacergli che certo sapeva che stava male. E di ciò facciano fede l'opere
che Giorgio Vasari ha avuto a guastare in palazzo, con danno del Duca e
molta vergogna loro.
Ma gli avvenne al Tribolo quello che al Tasso, perciò che sì come il Tasso
lasciò lo intagliare di legname, nel quale esercizio non aveva pari, e non fu
mai buono architettore per aver lasciato un'arte nella quale molto valeva, e
datosi a un'altra della quale non sapea straccio, e gli apportò poco onore,
così il Tribolo lasciando la scultura, nella quale si può dire con verità che
fusse molto eccellente e facea stupire ognuno e datosi a volere dirizzare
fiumi, l'una non seguitò con suo onore e l'altra gl'apportò anzi danno e
biasimo che onore et utile, perciò che non gli riuscì rassettare i fiumi e si