Page 1070 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1070
Era il duca Cosimo allora intento a beneficare et abbellire la città di Pisa e
già di nuovo aveva fatto fare la piazza del mercato con gran numero di
botteghe intorno e nel mezzo messe una colonna alta dieci braccia sopra la
quale per disegno di Luca doveva stare una statua in persona della
Dovizia. Addunque il Martini, parlato col Duca e messogli innanzi il Vinci,
ottenne che 'l Duca volentieri gli concesse la statua, desiderando sempre
sua eccellenza d'aiutare i virtuosi e di tirare innanzi i buoni ingegni.
Condusse il Vinci di trevertino la statua tre braccia e mezzo alta, la quale
molto fu da ciascheduno lodata perché, avendole posto un fanciulletto a'
piedi, che l'aiuta tenere il corno dell'abbondanza, mostra in quel sasso
ancora che ruvido e malagevole, nondimeno morbidezza e molta facilità.
Mandò di poi Luca a Carrara a far cavare un marmo cinque braccia alto e
largo tre, nel quale il Vinci avendo già veduto alcuni schizzi di Michelagnolo
d'un Sansone che ammazzava un Filisteo con la mascella d'asino, disegnò
da questo suggetto fare a sua fantasia due statue di cinque braccia. Onde
mentre che 'l marmo veniva, messosi a fare più modelli variati l'uno
dall'altro, si fermò a uno e di poi venuto il sasso, a lavorarlo incominciò e lo
tirò innanzi assai, immitando Michelagnolo nel cavare a poco a poco de'
sassi il concetto suo e 'l disegno senza guastargli o farvi altro errore.
Condusse in questa opera gli strafori sotto squadra e sopra squadra,
ancora che laboriosi, con molta facilità, e la maniera di tutta l'opera era
dolcissima. Ma perché l'opera era faticosissima, s'andava intrattenendo con
altri studi e lavori di manco importanza, onde nel medesimo tempo fece un
quadro piccolo di basso rilievo di marmo, nel quale espresse una Nostra
Donna con Cristo, con San Giovanni e con Santa Lisabetta, che fu et è
tenuto cosa singulare; et ebbelo l'illustrissima Duchessa et oggi è fra le
cose rare del Duca nel suo scrittoio.
Messe di poi mano a una istoria in marmo di mezzo e basso rilievo, alta un
braccio e lunga un braccio e mezzo, nella quale figurava Pisa restaurata dal
Duca, il quale è nell'Opera presente alla città et alla restaurazione di essa
sollecitata dalla sua presenza. Intorno al Duca sono le sue virtù ritratte e
particularmente una Minerva figurata per la Sapienza e per l'arti risuscitate
da lui nella città di Pisa: et ella è cinta intorno da molti mali e difetti
naturali del luogo i quali, a guisa di nimici, l'assediavano per tutto e
l'affliggevano; da tutti questi è stata poi liberata quella città dalle
sopradette virtù del Duca. Tutte queste virtù intorno al Duca e tutti que'
mali intorno a Pisa erano ritratti con bellissimi modi et attitudini nella sua
storia dal Vinci. Ma egli la lasciò imperfetta e desiderata molto da chi la
vede per la perfezione delle cose finite in quella,
Cresciuta per queste cose e sparsa intorno la fama del Vinci, gli eredi di
Messer Bartolomeo Turini da Pescia lo pregorono che e' facesse un modello