Page 1073 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI BACCIO BANDINELLI SCULTORE FIORENTINO



Ne' tempi ne' quali fiorirono in Fiorenza l'arti del disegno pe' favori et aiuti
del Magnifico Lorenzo Vecchio de' Medici, fu nella città un orefice chiamato
Michelagnolo di Viviano da Gaiuole, il quale lavorò eccellentemente di

cesello, d'incavo, per ismalti e per niello et era pratico in ogni sorte di
grosserie. Costui era molto intendente di gioie e benissimo le legava, e per
la sua universalità e virtù a lui facevano capo tutti i maestri forestieri

dell'arte sua et egli dava loro ricapito, sì come a' giovani ancora della città,
di maniera che la sua bottega era tenuta et era la prima di Fiorenza. Da
costui si forniva il Magnifico Lorenzo e tutta la casa de' Medici, et a Giuliano
fratello del Magnifico Lorenzo, per la giostra che fece su la piazza di Santa
Croce, lavorò tutti gl'ornamenti delle celate e cimieri et imprese con sottil

magisterio; onde acquistò gran nome e molta famigliarità co' figliuoli del
Magnifico Lorenzo, a' quali fu poi sempre molto cara l'opera sua et a lui
utile la conoscenza loro e l'amistà, per la quale e per molti lavori ancora

fatti da lui per tutta la città e dominio egli divenne benestante, non meno
che riputato da molto nell'arte sua. A questo Michelagnolo, nella partita
loro di Firenze l'anno 1494, lasciorno i Medici molti argenti e dorerie e tutto
fu da lui segretissimamente tenuto e fedelmente salvato fino al ritorno
loro, da' quali fu molto lodato dappoi della fede sua e ristorato con premio.

Nacque a Michelagnolo l'anno 1487 un figliuolo, il quale egli chiamò
Bartolomeo, ma di poi, secondo la consuetudine di Firenze, fu da tutti
chiamato Baccio.

Desiderando Michelagnolo di lasciare il figliuolo erede dell'arte e
dell'avviamento suo, lo tirò appresso di sé in bottega in compagnia d'altri
giovani, i quali imparavano a disegnare, perciò che in que' tempi così

usavano e non era tenuto buono orefice chi non era buon disegnatore e
che non lavorasse bene di rilievo. Baccio, addunque, ne' suo' primi anni
attese al disegno, secondo che gli mostrava il padre, non meno giovandogli

a profittare la concorrenza degli altri giovani, tra' quali s'addomesticò molto
con uno chiamato il Piloto, che riuscì di poi valente orefice e seco andava
spesso per le chiese disegnando le cose de' buoni pittori, ma col disegno
mescolava il rilievo, contrafacendo in cera alcune cose di Donato e del
Verrocchio, et alcuni lavori fece di terra di tondo rilievo. Essendo ancora

Baccio nell'età fanciullesca, si riparava alcuna volta nella bottega di
Girolamo del Buda, pittore ordinario su la piazza di San Pulinari, dove
essendo un verno venuta gran copia di neve e di poi dalla gente

ammontata su detta piazza, Girolamo rivolto a Baccio gli disse per
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