Page 1078 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fece mal volere a tutti. Per la qual cosa venuto agli orecchi di maestro
Andrea tutto quel che detto aveva Baccio di lui, egli come savio lo riprese
amorevolmente dicendo che l'opere si fanno con le mani, non con la lingua,
e che 'l buon disegno non sta nelle carte, ma nella perfezzione dell'opera
finita nel sasso e, nel fine, ch'e' dovesse parlare di lui per l'avvenire con
altro rispetto. Ma Baccio rispondendogli superbamente molte parole
ingiuriose, non potette maestro Andrea più tollerare e corsegli addosso per
ammazzarlo; ma da alcuni, che v'entraron di mezzo, gli fu levato dinanzi,
onde forzato a partirsi da Loreto, fece portare la sua storia in Ancona, la
quale venutagli a fastidio, se bene era vicino al fine, lasciandola imperfetta
se ne partì.
Questa fu poi finita da Raffaello da Montelupo e fu posta insieme con l'altre
di maestro Andrea, ma non già pari a loro di bontà, con tutto che così
ancora sia degna di lode. Tornato Baccio a Roma, impetrò dal Papa per
favore del cardinal Giulio de' Medici, solito a favorire le virtù et i virtuosi,
che gli fusse dato a fare per lo cortile del palazzo de' Medici in Firenze
alcuna statua, onde venuto in Firenze fece un Orfeo di marmo, il quale col
suono e canto placa Cerbero e muove l'Inferno a pietà. Immitò in questa
opera l'Appollo di Belvedere di Roma, e fu lodatissima meritamente perché,
con tutto che l'Orfeo di Baccio non faccia l'attitudine d'Appollo di Belvedere,
egli nondimeno immita molto propriamente la maniera del torso e di tutte
le membra di quello. Finita la statua, fu fatta porre dal cardinale Giulio nel
sopraddetto cortile, mentre che egli governava Firenze, sopra una basa
intagliata, fatta da Benedetto da Rovezzano scultore. Ma perché Baccio
non si curò mai dell'arte dell'architettura, non considerando lui l'ingegno di
Donatello, il quale al Davitte che v'era prima aveva fatto una semplice
colonna, su la quale posava l'imbasamento disotto fesso et aperto, a fine
che chi passava di fuora vedesse dalla porta da via l'altra porta di dentro
dell'altro cortile al dirimpetto; però non avendo Baccio questo
accorgimento, fece porre la sua statua sopra una basa grossa e tutta
massiccia, di maniera che ella ingombra la vista di chi passa e cuopre il
vano della porta di dentro, sì che passando e' non si vede se 'l palazzo va
più indietro o se finisce nel primo cortile.
Aveva il cardinal Giulio fatto sotto Monte Mario a Roma una bellissima
vigna; in questa vigna volle porre due giganti e gli fece fare a Baccio di
stucco, che sempre fu vago di far giganti: sono alti otto braccia e mettono
in mezzo la porta che va nel salvatico e furno tenuti di ragionevol bellezza.
Mentre che Baccio attendeva a queste cose, non mai abbandonando per
suo uso il disegnare, fece a Marco da Ravenna et Agostino Viniziano,
intagliatori di stampe, intagliare una storia disegnata da lui in una carta
grandissima nella quale era l'occisione de' fanciulli innocenti fatti