Page 1077 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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con più arte condotta. Questa opera portò Baccio a Giovanni cardinale de'
Medici et al Magnifico Giuliano suo fratello, e per mezzo di lei si fece loro
conoscere per figliuolo di Michelagnolo orafo e quegli oltre alle lodi
dell'opera gli feciono molti altri favori, e ciò fu l'anno 1512, quando erano
ritornati in casa e nello stato.
Nel medesimo tempo si lavoravano nell'Opera di Santa Maria del Fiore
alcuni Apostoli di marmo per mettergli ne' tabernacoli di marmo in quelli
stessi luoghi dove sono in detta chiesa dipinti da Lorenzo di Bicci pittore.
Per mezzo del Magnifico Giuliano fu allogato a Baccio San Piero alto braccia
quattro e mezzo, il quale dopo molto tempo condusse a fine e benché non
con tutta la perfezzione della scultura, nondimeno si vede in lui buon
disegno. Questo Apostolo stette nell'Opera dall'anno 1513 insino al 1565,
nel quale anno il duca Cosimo, per le nozze della reina Giovanna d'Austria
sua nuora, volle che S. Maria del Fiore fusse imbiancata di dentro, la quale
dalla sua edificazione non era stata di poi tocca, e che si ponessino quattro
Apostoli ne' luoghi loro, tra' quali fu il sopra detto S. Piero. Ma l'anno 1515
nell'andare a Bologna passando per Firenze papa Leone X, la città per
onorarlo, tra gli altri molti ornamenti et apparati, fece fare sotto un arco
della loggia di piazza vicino al palazzo un colosso di braccia nove e mezzo
e lo dette a Baccio. Era il colosso un Ercole il quale per le parole anticipate
di Baccio s'aspettava che superassi il Davitte del Buonarroto quivi vicino,
ma non corrispondendo al dire il fare, né l'opera al vanto, scemò assai
Baccio nel concetto degli artefici e di tutta la città, il quale prima s'aveva di
lui. Avendo allora papa Leone l'opera dell'ornamento di marmo che fascia
la camera di Nostra Donna a Loreto e parimente statue e storie a maestro
Andrea Contucci dal Monte Sansovino, il quale avendo già condotte molto
lodatamente alcune opere et essendo intorno all'altre, Baccio in questo
tempo portò a Roma al Papa un modello bellissimo d'un Davitte ignudo,
che tenendosi sotto Golia gigante gli tagliava la testa, con animo di farlo di
bronzo o di marmo per lo cortile di casa Medici in Firenze, in quel luogo
appunto dove era prima il Davitte di Donato, che poi fu portato nello
spogliare il palazzo de' Medici nel palazzo allora de' signori. Il Papa, lodato
Baccio, non parendogli tempo di fare allora il Davitte, lo mandò a Loreto da
maestro Andrea, che gli desse a fare una di quelle istorie. Arrivato a
Loreto, fu veduto volentieri da maestro Andrea e carezzato, sì per la fama
sua e per averlo il Papa raccomandato, e gli fu consegnato un marmo
perché ne cavasse la Natività di Nostra Donna. Baccio fatto il modello dette
principio all'opera, ma come persona che non sapeva comportare
compagnia e parità e poco lodava le cose d'altri, cominciò a biasimare con
gli altri scultori che v'erano l'opere di maestro Andrea e dire che non aveva
disegno et il simigliante diceva degli altri, intanto che in breve tempo si