Page 1074 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ischerzo: "Baccio, se questa neve fussi marmo, non se ne caverebbe egli
un bel gigante come Marforio a giacere?" "Caverebbesi", rispose Baccio, "et
io voglio che noi facciamo come se fusse marmo." E posata prestamente la
cappa, messe nella neve le mani e da altri fanciulli aiutato, scemando la

neve dove era troppa et altrove aggiugnendo, fece una bozza d'un Marforio
di braccia otto a giacere, di che il pittore et ognuno restorono maravigliati,
non tanto di ciò che egli avesse fatto, quanto dell'animo che egli ebbe di
mettersi a sì gran lavoro così piccolo e fanciullo. Et invero Baccio avendo

più amore alla scultura che alle cose dell'orefice, ne mostrò molti disegni,
et andato a Pinzirimonte, villa comperata da suo padre, si faceva stare
spesso innanzi i lavoratori ignudi e gli ritraeva con grande affetto, il
medesimo facendo degli altri bestiami del podere. In questo tempo

continovò molti giorni d'andare la mattina a Prato vicino alla sua villa, dove
stava tutto il giorno a disegnare nella cappella della pieve, opere di fra'
Filippo Lippi, e non restò fino a tanto che e' l'ebbe disegnata tutta ne' panni
immitando quel maestro in ciò raro; e già maneggiava destramente lo stile

e la penna e la matita rossa e nera, la quale è una pietra dolce che viene
de' monti di Francia, e segatele le punte conduce i disegni con molta
finezza. Per queste cose, vedendo Michelagnolo l'animo e la voglia del
figliuolo, mutò ancora egli con lui pensiero, et insieme consigliato dagli

amici lo pose sotto la custodia di Giovanfrancesco Rustici, scultore de'
migliori della città dove ancora di continovo praticava Lionardo da Vinci.
Costui, veduti i disegni di Baccio e piaciutigli, lo confortò a seguitare et a
prendere a lavorare di rilievo e gli lodò grandemente l'opere di Donato,

dicendogli che egli facesse qualche cosa di marmo, come o teste o di basso
rilievo. Inanimito Baccio da' conforti di Lionardo, si messe a contraffar di
marmo una testa antica d'una femmina, la quale aveva formata in un
modello da una che è in casa Medici, e per la prima opera, la fece assai

lodevolmente e fu tenuta cara da Andrea Carnesecchi, al quale il padre di
Baccio la donò et egli la pose in casa sua nella via Larga, sopra la porta nel
mezzo del cortile che va nel giardino. Ma Baccio seguitando di fare altri
modegli di figure tonde di terra, il padre volendo non mancare allo studio

onesto del figliuolo, fatti venire da Carrara alcuni pezzi di marmo, gli fece
murare in Pinti nel fine della sua casa, una stanza con lumi accomodati da
lavorare, la quale rispondeva in via Fiesolana, et egli si diede ad abbozzare
in que' marmi figure diverse, e ne tirò innanzi una fra l'altre in un marmo di

braccia dua e mezzo, che fu un Ercole che si tiene sotto fra le gambe un
Cacco morto; queste bozze restorono nel medesimo luogo per memoria di
lui.

In questo tempo essendosi scoperto il cartone di Michelagnolo Buonarroti,
pieno di figure ignude, il quale Michelagnolo aveva fatto a Piero Soderini
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