Page 1301 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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stesso gli conducesse quel putto a Fiorenza; dove postolo in casa di Messer
Niccolò Vespucci cavaliere di Rodi, che stava in sulla coscia del Ponte
Vecchio, sopra la chiesa del Sepolcro, et acconciolo con Michelagnolo
Buonarruoti, venne la cosa a notizia di Francesco, che allora stava nel
chiasso di Messer Bivigliano, dove suo padre teneva una gran casa a
pigione, che riusciva il dinanzi in Vachereccia, e molti lavoranti. Onde
perché ogni simile ama il suo simile, fece tanto, che divenne amico di esso
Giorgio per mezzo di Messer Marco da Lodi gentiluomo del detto cardinale
di Cortona, il quale mostrò a Giorgio, a cui piacque molto, un ritratto di
mano di esso Francesco, il quale poco innanzi s'era messo al dipintore con
Giuliano Bugiardini.
Il Vasari intanto, non lasciando gli studii delle lettere, d'ordine del
Cardinale si tratteneva ogni giorno due ore con Ipolito et Alessandro de'
Medici, sotto il Pierio lor maestro e valentuomo. Questa amicizia dunque
contratta come di sopra fra il Vasari e Francesco, fu tale, che durò sempre
fra loro, ancor che per la concorrenza e per un suo modo di parlare un poco
altiero, che avea detto Francesco, fusse da alcuni creduto altrimenti. Il
Vasari dopo essere stato alcuni mesi con Michelagnolo, essendo
quell'eccellente uomo chiamato a Roma da papa Clemente per dargli
ordine che si cominciasse la libreria di San Lorenzo, fu da lui, avanti che
partisse, acconcio con Andrea del Sarto, sotto el quale attendendo Giorgio
a disegnare, accomodava continuamente di nascoso dei disegni del suo
maestro a Francesco, che non aveva maggior desiderio che d'averne e
studiargli come faceva giorno e notte. Dopo essendo dal Magnifico Ipolito
acconcio Giorgio con Baccio Bandinelli, che ebbe caro avere quel putto
appresso di sé et insegnargli, fece tanto, che vi tirò anco Francesco, con
molta utilità dell'uno e dell'altro, perciò che impararono e fecero stando
insieme più frutto in un mese, che non avevano fatto disegnando da loro in
due anni; sì come anco fece un altro giovinetto che similmente stava allora
col Bandinello, chiamato Nannoccio dalla costa San Giorgio, del quale si
parlò poco fa. Essendo poi l'anno 1527 cacciati i Medici di Firenze, nel
combattersi il palazzo della Signoria, fu gettata d'alto una purliza per dare
addosso a coloro che combattevano la porta; ma quella, come volle la
sorte, percosse un braccio del Davit di marmo del Buonarroto, che è sopra
la ringhiera a canto alla porta e lo roppe in tre pezzi; per che essendo stati
i detti pezzi per terra tre giorni senza esser da niuno stati raccolti, andò
Francesco a trovare al Ponte Vecchio Giorgio e dettogli l'animo suo, così
fanciulli come erano, andarono in piazza e di mezzo ai soldati della
guardia, senza pensare a pericolo niuno, tolsono i pezzi di quel braccio e
nel chiasso di Messer Bivigliano gli portarono in casa di Michelagnolo,
padre di Francesco; donde avutigli poi il duca Cosimo gli fece col tempo