Page 1425 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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gliene donassi. Dove Tiberio inteso ciò, parlò al Bandino, che desiderava di
avere qualcosa di mano sua, et il Bandino operò che Tiberio promettessi a
Antonio scudi duecento d'oro, e pregò Michelagnolo che se volessi che con
suo aiuto di modelli Tiberio la finissi per il Bandino, saria cagione che
quelle fatiche non sarebbono gettate invano, e ne fu contento
Michelagnolo; là dove ne fece loro un presente. Questa fu portata via
subito e rimessa insieme poi da Tiberio, e rifatto non so che pezzi, ma
rimase imperfetta per la morte del Bandino, di Michelagnolo e di Tiberio.
Truovasi al presente nelle mani di Pierantonio Bandini, figliuolo di
Francesco, alla sua vigna di Monte Cavallo. E tornando a Michelagnolo, fu
necessario trovar qualcosa poi di marmo perché e' potessi ogni giorno
passar tempo scarpellando, e fu messo un altro pezzo di marmo, dove era
stato già abbozzato un'altra Pietà, varia da quella, molto minore.
Era entrato a servire Paulo Quarto Pirro Ligorio architetto, e sopra alla
fabbrica di San Piero, e di nuovo travagliava Michelagnolo, et andavano
dicendo che egli era rimbambito. Onde sdegnato da queste cose volentieri
se ne sarebbe tornato a Fiorenza, e soprastato a tornarsene, fu di nuovo
da Giorgio sollecitato con lettere; ma egli conosceva d'esser tanto
invecchiato e condotto già alla età di ottantun anno, scrivendo al Vasari in
quel tempo per suo ordinario, e mandandogli varii sonetti spirituali, gli
diceva che era al fine della vita, che guardassi dove egli teneva i suoi
pensieri, leggendo vedrebbe che era alle ventiquattro ore, e non nasceva
pensiero in lui che non vi fussi scolpita la morte, dicendo in una sua:
Dio il voglia Vasari che io la tenga a disagio qualche anno, e so che mi
direte bene che io sia vecchio e pazzo a voler fare sonetti; ma perché molti
dicono che io sono rimbambito, ho voluto fare l'uffizio mio. Per la vostra
veggo l'amore che mi portate, e sappiate per cosa certa che io arei caro di
riporre queste mie debili ossa a canto a quelle di mio padre, come mi
pregate: ma partendo di qua sarei causa d'una gran rovina della fabbrica di
San Piero, d'una gran vergogna e d'un grandissimo peccato. Ma come sia
stabilita che non possa essere mutata, spero far quanto mi scrivete, se già
non è peccato a tenere a disagio parecchi ghiotti che aspettano mi parta
presto.
Era con questa lettera scritto pur di suo mano il presente sonetto:
Giunto è già 'l corso della vita mia
con tempestoso mar per fragil barca