Page 1427 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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andare spesso per la vecchiezza; e dove io credetti che ora fussi finita
detta volta, non sarà finita in tutto questo verno; e se si potessi morire di
vergogna e dolore, io non sarei vivo. Pregovi che raguagliate il Duca ché io
non sono ora a Fiorenza.



E seguitando nell'altro disegno dove egli aveva disegnato la pianta diceva
così:



Messer Giorgio, perché sia meglio inteso la dificultà della volta, per
osservare il nascimento suo fino di terra, è stato forza dividerla in tre volte
in luogo delle finestre da basso divise dai pilastri, come vedete, che e'

vanno piramidati in mezzo, dentro del colmo della volta come fa il fondo e'
lati delle volte ancora, e bisognò governarle con un numero infinito di
centine, e tanto fanno mutazione e per tanti versi di punto in punto, che
non ci si può tener regola ferma; e' tondi e' quadri che vengono nel mezzo

de' lor fondi hanno a diminuire e crescere per tanti versi et andare a tanti
punti, che è dificil cosa a trovare il modo vero. Nondimeno, avendo il
modello, come fo di tutte le cose, non si doveva mai pigliare sì grande
errore di volere con una centina sola governare tutt'a tre que' gusci, onde

n'è nato ch'è bisognato con vergogna e danno disfare, e disfassene ancora
un gran numero di pietre. La volta et i conci et i vani è tutta di trivertino,
come l'altre cose dabasso, cosa non usata a Roma.



Fu assoluto dal duca Cosimo Michelagnolo, vedendo questi inconvenienti,
del suo venire più a Fiorenza, dicendogli che aveva più caro il suo contento,
e che seguitasse San Piero, che cosa che potessi avere al mondo, e che si
quietassi. Onde Michelagnolo scrisse al Vasari nella medesima carta che

ringraziava il Duca quanto sapeva e poteva di tanta carità, dicendo: "Dio
mi dia grazia ch'io possa servirlo di questa povera persona", ché la
memoria e 'l cervello erano iti aspettarlo altrove. La data di questa lettera

fu d'agosto l'anno 1557; avendo per questo Michelagnolo conosciuto che 'l
Duca stimava e la vita e l'onor suo più che egli stesso che l'adorava. Tutte
queste cose e molt'altre che non fa di bisogno, aviamo appresso di noi
scritte di sua mano. Era ridotto Michelagnolo in un termine, che vedendo
che in San Piero si trattava poco, et avendo già tirato innanzi gran parte

del fregio delle finestre di dentro e delle colonne doppie di fuora che girano
sopra il cornicione tondo, dove s'ha poi a posare la cupola, come si dirà,
che confortato da' maggiori amici suoi come dal cardinale di Carpi, da

Messer Donato Gianozzi e da Francesco Bandini e da Tomao de' Cavalieri e
dal Lottino, lo stringevano che, poi che vedeva il ritardare del volgere la
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