Page 1434 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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grande, e perché era, come s'è detto altrove, il palco basso che la faceva
nana e cieca di lumi, et avendo desiderio di alzarla non si voleva risolvere il
duca Cosimo a dargli licenzia ch'ella si alzasse. Non che 'l Duca temesse la
spesa, come s'è visto poi, ma il pericolo di alzare i cavagli del tetto 13

braccia sopra; dove sua eccellenza come giudiziosa consentì che s'avessi il
parere da Michelagnolo, visto in quel modello la sala come era prima, poi
levato tutti que' legni e postovi altri legni con nuova invenzione del palco e
delle facciate, come s'è fatto da noi, e disegnata in quella insieme

l'invenzione delle istorie, che piaciutagli ne diventò subito non giudice, ma
parziale, vedendo anche il modo e la facilità dello alzare i cavagli e 'l tetto
et il modo di condurre tutta l'opera in breve tempo. Dove egli scrisse nel
ritorno del Vasari al Duca che seguitassi quella impresa, che l'era degna

della grandezza sua. Il medesimo anno andò a Roma il duca Cosimo con la
signora duchessa Leonora sua consorte, e Michelagnolo, arrivato il Duca, lo
andò a vedere subito, il quale fattogli molte carezze, lo fece, stimando la
sua gran virtù, sedere a canto a sé, e con molta domestichezza

ragionandogli di tutto quello che sua eccellenza aveva fatto fare di pittura
e di scultura a Fiorenza, e quello che aveva animo di volere fare, e della
sala particularmente, di nuovo Michelagnolo ne lo confortò e si dolse,
perché amava quel signore, non essere giovane di età da poterlo servire. E

ragionando sua eccellenza che aveva trovato il modo da lavorare il porfido,
cosa non creduta da lui, se gli mandò, come s'è detto nel primo capitolo
delle Teoriche, la testa del Cristo lavorata da Francesco del Tadda scultore,
che ne stupì. E tornò dal Duca più volte mentre che dimorò in Roma con

suo grandissima satisfazione, et il medesimo fece andandovi poco dopo lo
illustrissimo don Francesco de' Medici suo figliuolo, del quale Michelagnolo
si compiacque per le amorevoli accoglienze e carezze fatte da sua
eccellenza illustrissima, che gli parlò sempre con la berretta in mano

avendo infinita reverenza a sì raro uomo, e scrisse al Vasari che gli
incresceva l'essere indisposto e vecchio, che arebbe voluto fare qualcosa
per quel signore, et andava cercando comperare qualche anticaglia bella
per mandargliene a Fiorenza.

Ricercato a questo tempo Michelagnolo dal Papa per Porta Pia d'un
disegno, ne fece tre tutti stravaganti e bellissimi che 'l Papa elesse per

porre in opera quello di minore spesa, come si vede oggi murata con molta
sua lode. E visto l'umor del Papa, perché dovessi restaurare le altre porte
di Roma, gli fece molti altri disegni; el medesimo fece richiesto dal
medesimo Pontefice per far la nuova chiesa di Santa Maria delli Angioli

nelle Terme Diocliziane per ridurle a tempio a uso di cristiani, e prevalse
un suo disegno che fece, a molti altri fatti da eccellenti architetti, con tante
belle considerazioni per comodità de' frati Certosini, che l'hanno ridotto
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