Page 1439 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fu Michelagnolo molto inclinato alle fatiche dell'arte, veduto che gli riusciva
ogni cosa quantunque dificile, avendo avuto dalla natura l'ingegno molto
atto et aplicato a queste virtù eccellentissime del disegno; là dove per
esser interamente perfetto, infinite volte fece anatomia scorticando uomini

per vedere il principio e legazioni dell'ossature, muscoli, nerbi, vene e moti
diversi e tutte le positure del corpo umano, e non solo degli uomini, ma
degli animali ancora e particularmente de' cavagli, de' quali si dilettò assai
di tenerne; e di tutti volse veder il lor principio et ordine in quanto all'arte,

e lo mostrò talmente nelle cose che gli accaddono trattare, che non ne fa
più chi non attende a altra cosa che quella. Per il che ha condotto le cose
sue così col pennello come con lo scarpello, che son quasi inimmitabili, et
ha dato, come s'è detto, tanta arte, grazia et una certa vivacità alle cose

sue - e ciò sia detto con pace di tutti - che ha passato e vinto gli antichi
avendo saputo cavare della dificultà tanto facilmente le cose, che non
paion fatte con fatica, quantunque, [da] chi disegna poi le cose sue, la vi si
trovi per imitarla. È stata conosciuta la virtù di Michelagnolo in vita e non

come aviene a molti dopo la morte, essendosi visto che Giulio II, Leon X,
Clemente VII, Paulo III, e Giulio III, e Paulo IIII e Pio IIII, sommi pontefici,
l'hanno sempre voluto appresso e, come si sa, Solimanno imperatore de'
Turchi, Francesco Valesio re di Francia, Carlo V imperatore, e la signoria di

Vinezia, e finalmente il duca Cosimo de' Medici, come s'è detto, e tutti con
onorate provisioni, non per altro che per valersi della sua gran virtù; che
ciò non accade se non a uomini di gran valore come era egli, avendo
conosciuto e veduto che queste arti, tutt'e tre, erano talmente perfette in

lui, che non si trova, né in persone antiche o moderne in tanti e tanti anni
che abbia girato il sole, che Dio l'abbi concesso a altri che a lui. Ha avuto
l'immaginativa tale e sì perfetta, che le cose propostosi nella idea sono
state tali che con le mani, per non potere esprimere sì grandi e terribili

concetti, ha spesso abandonato l'opere sue, anzi ne ha guasto molte, come
io so che, innanzi che morissi di poco, abruciò gran numero di disegni,
schizzi e cartoni fatti di man sua, acciò nessuno vedessi le fatiche durate
da lui et i modi di tentare l'ingegno suo, per non apparire se non perfetto,

e io ne ho alcuni di sua mano trovati in Fiorenza messi nel nostro libro de'
disegni, dove ancora che vi vegga la grandezza di quello ingegno, si
conosce che quando e' voleva cavar Minerva della testa di Giove, ci
bisognava il martello di Vulcano, imperò egli usò le sue figure farle di nove

e di dieci e di dodici teste, non cercando altro che col metterle tutte
insieme ci fussi una certa concordanza di grazia nel tutto che non lo fa il
naturale, dicendo che bisognava avere le seste negli occhi e non in mano,
perché le mani operano e l'occhio giudica: che tale modo tenne ancora

nell'architettura. Né paia nuovo a nessuno che Michelagnolo si dilettassi
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