Page 1440 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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della solitudine, come quello che era innamorato dell'arte sua, che vuol
l'uomo per sé solo e cogitativo e perché è necessario che, chi vuole
attendere agli studii di quella, fugga le compagnie: avenga che chi attende
alle considerazioni dell'arte non è mai solo né senza pensieri, e coloro che
gliele attribuivano a fantasticheria et a stranezza, hanno il torto, perché chi
vuole operar bene, bisogna allontanarsi da tutte le cure e fastidi, perché la
virtù vuol pensamento, solitudine e comodità, e non errare con la mente.
Con tutto ciò ha avuto caro l'amicizie di molte persone grandi e delle dotte
e degli uomini ingegnosi a' tempi convenienti e se l'è mantenute, come il
grande Ipolito cardinale de' Medici che l'amò grandemente, et inteso che
un suo cavallo turco che aveva piaceva per la sua bellezza a Michelagnolo,
fu dalla liberalità di quel signore mandato a donare con dieci muli carichi di
biada et un servidore che lo governassi, che Michelagnolo volentieri lo
accettò. Fu suo amicissimo lo illustrissimo cardinale Polo, innamorato
Michelagnolo delle virtù e bontà di lui, il cardinale Farnese e Santacroce,
che fu poi papa Marcello, il cardinale Ridolfi, el cardinale Maffeo, e
monsignor Bembo, Carpi, e molti altri cardinali e vescovi e prelati, che non
accade nominargli, monsignor Claudio Tolomei, el magnifico Messer
Ottaviano de' Medici suo compare che gli battezzò un suo figliuolo, e
Messer Bindo Altoviti, al quale donò il cartone della cappella, dove Noè
inebriato è schernito da un de' figliuoli e ricoperto le vergogne dagli altri
dua; Messer Lorenzo Ridolfi e Messer Anibal Caro, e Messer Giovan
Francesco Lottini da Volterra; et infinitamente amò più di tutti Messer
Tommaso de' Cavalieri gentiluomo romano, quale essendo giovane e molto
inclinato a queste virtù, perché egli imparassi a disegnare, gli fece molte
carte stupendissime disegnate di lapis nero e rosso di teste divine, e poi gli
disegnò un Ganimede rapito in cielo da l'uccel di Giove, un Tizio che
l'avvoltoio gli mangia il cuore, la cascata del carro del sole con Fetonte nel
Po et una baccanalia di putti, che tutti sono ciascuno per sé cosa rarissima
e disegni non mai più visti. Ritrasse Michelagnolo Messer Tommaso in un
cartone grande di naturale, che né prima né poi di nessuno fece il ritratto,
perché aborriva il fare somigliare il vivo se non era d'infinita bellezza.
Queste carte sono state cagione che dilettandosi Messer Tommaso quanto
e' fa, che n'ha poi avute una buona partita che già Michelagnolo fece a fra'
Bastiano Viniziano, che le messe in opera, che sono miracolose, et invero
egli le tiene meritamente per reliquie e n'ha accomodato gentilmente gli
artefici. Et invero Michelagnolo collocò sempre l'amor suo a persone nobili,
meritevoli e degne, che nel vero ebbe giudizio e gusto in tutte le cose. Ha
fatto poi fare Messer Tommaso a Michelagnolo molti disegni per amici,
come per il cardinale di Cesis la tavola dove è la Nostra Donna annunziata
dall'Angelo, cosa nuova, che poi fu da Marcello Mantovano colorita e posta