Page 1444 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che fussi goffa, simile a que' fantocci che fanno coloro che non sanno et
imbrattano le mura, Qui si valse della memoria, perché ricordatosi aver
visto in un muro una di queste gofferie, la fece come se l'avessi avuta
dinanzi di tutto punto, e superò tutti que' pittori; cosa dificile in uno uomo
tanto pieno di disegno, avvezzo a cose scelte, che ne potessi uscir netto.
È stato sdegnoso e giustamente verso di chi gli ha fatto ingiuria, non però
s'è visto mai esser corso alla vendetta, ma sì bene più tosto pazientissimo
et in tutti i costumi modesto, e nel parlare molto prudente e savio, con
risposte piene di gravità et alle volte con motti ingegnosi, piacevoli et
acuti. Ha detto molte cose che sono state da noi notate, delle quali ne
metteremo alcune, perché saria lungo a descriverle tutte.
Essendogli ragionato della morte da un suo amico dicendogli che doveva
assai dolergli, sendo stato in continove fatiche per le cose dell'arte, né mai
avuto ristoro, rispose che tutto era nulla, perché se la vita ci piace,
essendo anco la morte di mano d'un medesimo maestro, quella non ci
doverebbe dispiacere. A un cittadino che lo trovò da Or San Michele in
Fiorenza che s'era fermato a riguardare la statua del San Marco di Donato,
e lo domandò quel che di quella figura gli paresse, Michelagnolo rispose
che non vedde mai figura che avessi più aria di uomo da bene di quella e
che se San Marco era tale, se gli poteva credere ciò che aveva scritto.
Essendogli mostro un disegno e raccomandato un fanciullo che allora
imparava a disegnare, scusandolo alcuni che era poco tempo che s'era
posto all'arte, rispose: "E' si conosce". Un simil motto disse a un pittore che
aveva dipinto una Pietà e non s'era portato bene, che ell'era proprio una
pietà a vederla. Inteso che Sebastiano Viniziano aveva a fare nella
cappella di San Piero a Montorio un frate, disse che gli guasterebbe quella
opera; domandato della cagione, rispose che avendo eglino guasto il
mondo che è sì grande, non sarebbe gran fatto che gli guastassino una
cappella sì piccola. Aveva fatto un pittore una opera con grandissima fatica
e penatovi molto tempo, e nello scoprirla aveva acquistato assai; fu
dimandato Michelagnolo che gli pareva del facitore di quella; rispose:
"Mentre che costui vorrà esser ricco, sarà del continuo povero". Uno amico
suo che già diceva messa et era religioso, capitò a Roma tutto pieno di
puntali e di drappo e salutò Michelagnolo et egli si finse di non vederlo, per
che fu l'amico forzato fargli palese il suo nome; mostrò di maravigliarsi
Michelagnolo che fussi in quell'abito, poi soggiunse quasi rallegrandosi: "Oh
voi siete bello! Se fossi così drento, come io vi veggio di fuori, buon per
l'anima vostra". Al medesimo che aveva raccomandato uno amico suo a
Michelagnolo che gli aveva fatto fare una statua, pregandolo che gli facessi
dare qualcosa più, il che amorevolmente fece; ma l'invidia dello amico che
richiese Michelagnolo credendo che non lo dovesse fare, veggendo pur che