Page 1448 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Certamente fu al mondo la sua venuta, come dissi nel principio, uno
esemplo mandato da Dio agli uomini dell'arte nostra, perché s'imparassi da
lui nella vita sua i costumi, e nelle opere, come avevano a essere i veri et
ottimi artefici. Et io che ho da lodare Dio d'infinite felicità che raro suole
accadere negli uomini della professione nostra, annovero fra le maggiori
una: esser nato in tempo che Michelagnolo sia stato vivo, e sia stato degno
che io l'abbia avuto per padrone e che egli mi sia stato tanto famigliare et
amico quanto sa ognuno, e le lettere sue scrittemi ne fanno testimonio
apresso di me; e per la verità e per l'obligo che io ho alla sua
amorevolezza ho potuto scrivere di lui molte cose e tutte vere, che molti
altri non hanno potuto fare. L'altra felicità è, come mi diceva egli: "Giorgio
riconosci Dio che t'ha fatto servire il duca Cosimo, che per contentarsi che
tu muri e dipinga e metta in opera i suoi pensieri e disegni, non ha curato
spesa: dove se tu consideri agli altri di chi tu hai scritto le Vite, non hanno
avuto tanto".
Fu con onoratissime essequie col discorso di tutta l'arte e di tutti gli amici
suoi e della nazione fiorentina, dato sepoltura a Michelagnolo in Santo
Apostolo in un deposito nel cospetto di tutta Roma, avendo disegnato Sua
Santità di farne fare particolare e memoria sepoltura in San Piero di Roma.
Arrivò Lionardo suo nipote che era finito ogni cosa, quantunque andasse in
poste; et avutone aviso il duca Cosimo, il quale aveva disegnato che poi
che non l'aveva potuto aver vivo et onorarlo, di farlo venire a Fiorenza e
non restare con ogni sorte di pompa onorarlo dopo la morte, fu ad uso di
mercanzia mandato in una balla segretamente; il quale modo si tenne
acciò in Roma non s'avesse a fare romore e forse essere impedito il corpo
di Michelagnolo e non lasciato condurre in Fiorenza. Ma innanzi che il corpo
venisse, intesa la nuova della morte, ragunatisi insieme a richiesta del
luogotenente della loro Accademia i principali pittori, scultori et architetti,
fu ricordato loro da esso luogotenente, che allora era il reverendo don
Vincenzio Borghini, che erano ubligati in virtù de' loro capitoli ad onorare la
morte di tutti i loro fratelli, e che avendo essi ciò fatto sì amorevolmente e
con tanta sodisfazione universale nell'essequie di fra' Giovan Agnolo
Montorsoli, che primo dopo la creazione dell'Accademia era mancato,
vedessero bene quello che fare si convenisse per l'onoranza del
Buonarruoto, il quale da tutto il corpo della Compagnia e con tutti i voti
favorevoli era stato eletto primo accademico e capo di tutti loro. Alla quale
proposta risposero tutti, come ubbligatissimi et affezionatissimi alla virtù di
tant'uomo, che per ogni modo si facesse opera di onorarlo in tutti que'
modi che per loro si potessino maggiori e migliori. Ciò fatto per non avere
ogni giorno a ragunare tante gente insieme con molto scomodo loro, e
perché le cose passassero più quietamente, furono eletti sopra l'essequie