Page 1446 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Nanni di Baccio Bigio, perché voleva ogni dì competere seco; rispose: "Chi
combatte con da pochi, non vince a nulla". Un prete suo amico disse: "Gli è
peccato che non aviate tolto donna, perché aresti avuto molti figliuoli e
lasciato loro tante fatiche onorate". Rispose Michelagnolo: "Io ho moglie

troppa, che è questa arte che m'ha fatto sempre tribolare, et i miei figliuoli
saranno l'opere che io lasserò; che se saranno da niente, si viverà un
pezzo. E guai a Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti se non faceva le porte di S.
Giovanni, perché i figliuoli e' nipoti gli hanno venduto e mandato male tutto

quello che lasciò: le porte sono ancora in piedi". Il Vasari mandato da
Giulio Terzo a un'ora di notte per un disegno a casa Michelagnolo, trovò
che lavorava sopra la Pietà di marmo che e' ruppe. Conosciutolo
Michelagnolo al picchiare della porta, si levò dal lavoro e prese in mano

una lucerna dal manico; dove esposto il Vasari quel che voleva, mandò per
il disegno Urbino di sopra, et entrati in altro ragionamento, voltò intanto gli
occhi il Vasari a guardare una gamba del Cristo sopra la quale lavorava e
cercava di mutarla; e per ovviare che 'l Vasari non la vedessi, si lasciò

cascare la lucerna di mano, e rimasti al buio, chiamò Urbino che recassi un
lume, et in tanto uscito fuori del tavolato, dove ell'era, disse: "Io sono
tanto vecchio, che spesso la morte mi tira per la cappa perché io vadia
seco, e questa mia persona cascherà un dì come questa lucerna, e sarà

spento il lume della vita". Con tutto ciò aveva piacere di certe sorte uomini
a suo gusto, come il Menighella pittore dozzinale e goffo di Valdarno, che
era persona piacevolissima, il quale veniva talvolta a Michelagnolo che gli
facessi un disegno di San Rocco, di Santo Antonio per dipignere a'

contadini. Michelagnolo che era dificile a lavorare per i re, si metteva giù
lassando stare ogni lavoro, e gli faceva disegni semplici accomodati alla
maniera e volontà, come diceva Menighella, e fra l'altre gli fece fare un
modello d'un Crocifisso, che era bellissimo, sopra il quale vi fece un cavo, e

ne formava di cartone e d'altre mesture, et in contado gli andava
vendendo, che Michelagnolo crepava delle risa; massime che gli
intraveniva di bei casi, come con un villano, il quale gli fece dipignere S.
Francesco, e dispiaciutoli che 'l Menighella gli aveva fatto la vesta bigia,

che l'arebbe voluta di più bel colore, il Menighella gli fece in dosso un
piviale di broccato, e lo contentò. Amò parimente Topolino scarpellino, il
quale aveva fantasia d'essere valente scultore, ma era debolissimo. Costui
stette nelle montagne di Carrara molti anni a mandar marmi a

Michelagnolo, né arebbe mai mandato una scafa carica che non avessi
mandato sopra tre o quattro figurine bozzate di sua mano, che
Michelagnolo moriva delle risa. Finalmente ritornato, et avendo bozzato un
Mercurio in un marmo, si messe Topolino a finirlo, et un dì che ci mancava

poco, volse Michelagnolo lo vedessi e strettamente operò li dicessi
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