Page 1445 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'aveva fatto, fece che se ne dolse, e tal cosa fu detta a Michelagnolo; onde
rispose che gli dispiacevano gli uomini fognati, stando nella metafora della
architettura, intendendo che con quegli che hanno due bocche, mal si può
praticare. Domandato da uno amico suo quel che gli paresse d'uno che

aveva contrafatto di marmo figure antiche delle più celebrate, vantandosi
lo immitatore che di gran lunga aveva superato gli antichi; rispose: "Chi va
dietro a altri, mai non li passa innanzi, e chi non sa far bene da sé, non può
servirsi bene delle cose d'altri". Aveva non so che pittore [fatto] un'opera,

dove era un bue che stava meglio delle altre cose; fu dimandato perché il
pittore aveva fatto più vivo quello che l'altre cose, disse: "Ogni pittore
ritrae se medesimo bene". Passando da San Giovanni di Fiorenza gli fu
dimandato il suo parere di quelle porte, egli rispose: "Elle sono tanto belle,

che le starebbon bene alle porte del Paradiso". Serviva un principe che ogni
dì variava disegni, né stava fermo; disse Michelagnolo a uno amico suo:
"Questo signore ha un cervello come una bandiera di campanile, che ogni
vento che vi dà drento la fa girare". Andò a vedere una opera di scultura

che doveva mettersi fuora perché era finita, e si affaticava lo scultore assai
in acconciare i lumi delle finestre perch'ella mostrassi bene, dove
Michelagnolo gli disse: "Non ti affaticare che l'importanza sarà il lume della
piazza", volendo inferire che come le cose sono in publico, il populo fa

giudizio s'elle sono buone o cattive. Era un gran principe che aveva
capriccio in Roma d'architetto, et aveva fatto fare certe nicchie per
mettervi figure, che erano l'una tre quadri alte con uno anello in cima, e vi
provò a mettere dentro statue diverse, che non vi tornavano bene.

Dimandò Michelagnolo quel che vi potessi mettere; rispose: "De' mazzi di
anguille appiccate a quello anello". Fu assunto al governo della fabrica di S.
Piero un signore che faceva professione d'intendere Vitruvio e d'essere
censore delle cose fatte. Fu detto a Michelagnolo: "Voi avete avuto uno

alla fabbrica che ha un grande ingegno". Rispose Michelagnolo: "Gli è vero,
ma gli ha cattivo giudizio". Aveva un pittore fatto una storia et aveva
cavato di diversi luoghi di carte e di pitture molte cose, né era in su quella
opera niente che non fussi cavato, e fu mostro a Michelagnolo che veduta,

gli fu dimandato da un suo amicissimo quel che gli pareva; rispose: "Bene
ha fatto, ma io non so al dì del giudizio, che tutti i corpi piglieranno le lor
membra, come farà quella storia, che non ci rimarrà niente": avvertimento
a coloro che fanno l'arte, che s'avezzino a fare da sé. Passando da Modana

vedde di mano di maestro Antonio Bigarino modanese scultore, che aveva
fatto molte figure belle di terra cotta e colorite di colore di marmo, le quali
gli parsono una eccellente cosa, e perché quello scultore non sapeva
lavorare il marmo, disse: "Se questa terra diventassi marmo, guai alle

statue antiche". Fu detto a Michelagnolo che doveva risentirsi contro a
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