Page 1453 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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il resto a più agio e più comodo tempo, l'una e l'altra andò per lo contrario;
perciò che quanto alla moltitudine, andando, come s'è detto, la nuova di
voce in voce, si empié in modo la chiesa in un batter d'occhio, che in ultimo
con grandissima difficultà si condusse quel corpo di chiesa in sagrestia, per
sballarlo e metterlo nel suo deposito. E quanto all'essere cosa onorevole,
se bene non può negarsi che il vedere nelle pompe funerali grande
apparecchio di religiosi, gran quantità di cera e gran numero d'imbastiti e
vestiti a nero, non sia cosa di magnifica e grande apparenza, non è però
che anco non fusse gran cosa vedere così all'improvviso ristretti in un
drappello quelli uomini eccellenti che oggi sono in tanto pregio e saranno
molto più per l'avvenire, intorno a quel corpo con tanti amorevoli uffizii et
affezzione. E di vero il numero di cotanti artefici in Firenze (che tutti vi
erano) è grandissimo sempre stato; conciò sia che queste arti sono
sempre, per sì fatto modo fiorite in Firenze, che io credo che si possa dire
senza ingiurie dell'altre città, che il proprio e principal nido e domicilio di
quelle sia Fiorenza, non altrimenti che già fusse delle scienze Atene. Oltre
al quale numero d'artefici, erano tanti cittadini loro dietro e tanti dalle
bande delle strade dove si passava, che più non ne capivano. E, che è
maggior cosa, non si sentiva altro che celebrare da ognuno i meriti di
Michelagnolo, e dire la vera virtù avere tanta forza, che poi che è mancata
ogni speranza d'utile o onore che si possa da un virtuoso avere, ell'è
nondimeno di sua natura e per proprio merito amata et onorata. Per le
quali cose apparì questa dimostrazione più viva e più preziosa, che ogni
pompa d'oro e di drappi che fare si fusse potuta. Con questa bella
frequenza, essendo stato quel corpo condotto in Santa Croce, poi che
ebbono i frati fornite le cerimonie che si costumano d'intorno ai defunti, fu
portato, non senza grandissima difficultà, come s'è detto, per lo concorso
de' popoli, in sagrestia; dove il detto luogotenente, che per l'uffizio suo vi
era intervenuto, pensando di far cosa grata a molti et anco (come poi
confessò) disiderando di vedere morto quello che e' non aveva veduto vivo
o l'aveva veduto in età che n'aveva perduta ogni memoria, si risolvé allora
di fare aprire la cassa. E così fatto, dove egli e tutti noi presenti credevamo
trovare quel corpo già putrefatto e guasto, perché era stato morto giorni
venticinque e ventidue nella cassa, lo vedemo così in tutte le sue parti
intero e senza alcuno odore cattivo, che stemo per credere che più tosto si
riposasse in un dolce e quietissimo sonno. Et oltre che le fattezze del viso
erano come a punto quando era vivo (fuori che un poco il colore era come
di morto) non aveva niun membro che guasto fusse o mostrasse alcuna
schifezza, e la testa e le gote a toccarle erano non altrimenti che se di
poche ore innanzi fusse passato.
Passata poi la furia del popolo, si diede ordine di metterlo in un deposito in