Page 1456 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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aiuto del duca Cosimo de' Medici, loro capo e sommo protettore di queste
arti, ammirando l'eccellente virtù di Michelagnolo Buonarruoti e
riconoscendo in parte il beneficio ricevuto dalle divine opere sue, ha
dedicato questa memoria, uscita dalle proprie mani e da tutta l'affezzione

del cuore, all'eccellenza e virtù del maggior pittore, scultore et architettore
che sia mai stato". Le parole latine furono queste: "Collegium pictorum,
statuariorum, architectorum, auspicio opeque sibi prompta Cosmi ducis,
autoris suorum commodorum, suspiciens singularem virtutem Michaëlis

Angeli Bonarrotae intelligensque quanto sibi auxilio semper fuerint
praeclara ipsius opera, studuit se gratum erga illum ostendere sommum
omnium qui unquam fuerint p. s. a. ideoque monumentum hoc suis
manibus extructum magno animi ardore ipsius memoriae dedicavit".

Era questo epitaffio retto da due Angioletti, i quali con volto piangente e
spegnendo ciascuno una face, quasi si lamentavano essere spenta tanta e

così rara virtù. Nel quadro poi che veniva a essere volto verso la porta che
va nel chiostro era quando per l'assedio di Firenze Michelagnolo fece la
fortificazione del poggio a San Miniato, che fu tenuta inespugnabile e cosa
maravigliosa: e questo fu di mano di Lorenzo Sciorini, allievo del Bronzino,

giovane di bonissima speranza. Questa parte più bassa, e come dire la
base di tutta la machina, aveva in ciascun canto un piedestallo che
risaltava, e sopra ciascun piedestallo era una statua grande più che il
naturale, che sotto n'aveva un'altra come soggetta e vinta, di simile

grandezza, ma raccolta in diverse attitudini e stravaganti. La prima a man
ritta, andando verso l'altare maggiore, era un giovane svelto, e nel
sembiante tutto spirito e di bellissima vivacità figurato per l'Ingegno, con
due aliette sopra le tempie, nella guisa che si dipigne alcuna volta

Mercurio. E sotto a questo giovane fatto con incredibile diligenza, era con
orecchi asinini una bellissima figura fatta per l'Ignoranza, mortal nimica
dell'Ingegno. Le quali ambedue statue furono di mano di Vincenzio Danti
perugino, del quale e dell'opere sue, che sono rare fra i moderni giovani

scultori, si parlerà in un altro luogo più lungamente.

Sopra l'altro piedestallo, il quale essendo a man ritta verso l'altare
maggiore guardava verso la sagrestia nuova, era una donna, fatta per la
Pietà cristiana, la quale essendo d'ogni bontà e religione ripiena, non è
altro che un aggregato di tutte quelle virtù che i nostri hanno chiamate
teologiche e di quelle che furono dai gentili dette morali; onde

meritamente, celebrandosi da' cristiani la virtù d'un cristiano ornata di
santissimi costumi, fu dato conveniente et onorevole luogo a questa, che
risguarda la legge di Dio e la salute dell'anime, essendo che tutti gl'altri

ornamenti del corpo e dell'animo, dove questa manchi, sono da essere
poco, anzi nulla stimati. Questa figura, la quale avea sotto sé prostrato e
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