Page 1461 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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suppeditas praecepta, tuis ex, inclite, chartis.


Venendosi poi dal luogo dove era il detto quadro verso le porte principali
della chiesa, quasi a canto e prima che si arrivasse all'organo, nel quadro

che era nel vano d'una cappella, lungo 6 et alto 4 braccia, era dipinto un
grandissimo e straordinario favore, che alla rara virtù di Michelagnolo fece
papa Giulio Terzo. Il quale volendosi servire in certe fabbriche del giudizio

di tant'uomo, l'ebbe a sé nella sua vigna, dove fattoselo sedere allato,
ragionarono buona pezza insieme, mentre cardinali, vescovi et altri
personaggi di corte che avevano intorno, stettono sempre in piedi. Questo
fatto dico si vedeva con tanto buona composizione e con tanto rilievo
essere stato dipinto e con tanta vivacità e prontezza di figure, che per

aventura non sarebbe migliore uscito delle mani d'uno eccellente vecchio e
molto esercitato maestro. Onde Iacopo Zucchi giovane et allievo di Giorgio
Vasari, che lo fece con bella maniera, mostrò che di lui si poteva

onoratissima riuscita sperare.
Non molto lontano a questo in sulla medesima mano, cioè poco di sotto
all'organo, aveva Giovanni Strada fiamingo, valente pittore, in un quadro

lungo 6 braccia et alto 4, dipinto quando Michelagnolo nel tempo
dell'assedio di Firenze andò a Vinezia: dove standosi nell'appartato di
quella nobilissima città che si chiama la Giudecca, Andrea Gritti doge e la

Signoria mandarono alcuni gentiluomini et altri a visitarlo e fargli offerte
grandissime; nella quale cosa esprimere mostrò il detto pittore, con suo
molto onore, gran giudizio e molto sapere, così in tutto il componimento,
come in ciascuna parte di esso, perché si vedevano nell'attitudini e vivacità
de' volti e ne' movimenti di ciascuna figura invenzione, disegno e bonissima

grazia.

Ora tornando all'altare maggiore e volgendo verso la sagrestia nuova, nel
primo quadro che si truovava, il quale veniva a essere nel vano della prima
cappella, era di mano di Santi Tidi, giovane di bellissimo giudizio e molto
esercitato nella pittura in Firenze et in Roma, un altro segnalato favore

stato fatto alla virtù di Michelagnolo, come credo aver detto di sopra,
dall'illustrissimo signor don Francesco Medici, principe di Firenze, il quale
trovandosi in Roma circa tre anni avanti che Michelagnolo morisse, et
essendo da lui visitato, subito che entrò esso Buonarruoto si levò il principe

in piede, et appresso per onorare un tant'uomo e quella veramente
reverenda vecchiezza, colla maggior cortesia che mai facesse giovane
principe volle (comeché Michelagnolo, il quale era modestissimo,
recusasse) che sedesse nella sua propria sedia, onde s'era egli stesso

levato, e stando poi in piedi udirlo con quella attenzione e reverenza che
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