Page 1457 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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da sé calpestato il Vizio o vero l'Impietà, era di mano di Valerio Cioli, il
quale è valente giovane di bellissimo spirito, e merita lode di molto
giudizioso e diligente scultore. Dirimpetto a questa, dalla banda della
sagrestia vecchia, era un'altra simile figura stata fatta giudiziosamente per
la dea Minerva o vero l'Arte, perciò che si può dire con verità che dopo la
bontà de' costumi e della vita, la quale dee tener sempre appresso i
migliori il primo luogo, l'Arte poi sia stata quella che ha dato a quest'uomo
non solo onore e facultà, ma anco tanta gloria che si può dire lui aver in
vita goduto que' frutti che a pena dopo morte sogliono dalla fama trarne,
mediante l'egregie opere loro, gl'uomini illustri e valorosi; e, quello che è
più, aver intanto superata l'invidia, che senza alcuna contradizione, per
consenso comune, ha il grado e nome della principale e maggiore
eccellenza ottenuto; e per questa cagione aveva sotto i piedi questa figura,
l'Invidia, la quale era una vecchia secca e distrutta, con occhi viperini et
insomma con viso e fattezze che tutte spiravano tossico e veleno; et oltre
ciò, era cinta di serpi et aveva una vipera in mano. Queste due statue
erano di mano d'un giovinetto di pochissima età, chiamato Lazzaro
Calamech da Carrara, il quale ancor fanciullo ha dato infino a oggi in
alcune cose di pittura e scultura gran saggio di bello e vivacissimo ingegno.
Di mano d'Andrea Calamech, zio del sopra detto et allievo dell'Amannato,
erano le due statue poste sopra il quarto piedestallo, che era dirimpetto
all'organo e risguardava verso le porte principali della chiesa. La prima
delle quali era figurata per lo Studio, perciò che quegli che poco e
lentamente s'adoprano non possono venir in pregio già mai, come venne
Michelagnolo; conciò sia che dalla sua prima fanciullezza di quindici insino
a novanta anni non restò mai, come di sopra si è veduto, di lavorare.
Questa statua dello Studio, che ben si convenne a tant'uomo, il quale era
un giovane fiero e gagliardo, il quale alla fine del braccio poco sopra la
giuntura della mano aveva due aliette, significanti la velocità e spessezza
dell'operare, si aveva sotto come prigione cacciata la Pigrizia o vero
Ociosità, la quale era una donna lenta e stanca et in tutti i suoi atti grave e
dormigliosa. Queste quattro figure disposte nella maniera che s'è detto,
facevano un molto vago e magnifico componimento, e parevano tutte di
marmo, perché sopra la terra fu dato un bianco che tornò bellissimo. In su
questo piano, dove le dette figure posavano, nasceva un altro
imbasamento pur quadro et alto braccia quattro in circa, ma di larghezza e
lunghezza tanto minore di quel di sotto quanto era l'aggetto e
scorniciamento dove posavano le dette figure, et aveva in ogni faccia un
quadro di pittura di braccia sei e mezzo per lunghezza e tre d'altezza, e di
sopra nasceva un piano nel medesimo modo che quel di sotto, ma minore;
e sopra ogni canto sedeva in sul risalto d'un zoccolo una figura quanto di