Page 1454 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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chiesa a canto all'altare de' Cavalcanti, per me' la porta che va nel chiostro
del capitolo. In quel mezzo sparsasi la voce per la città, vi concorse tanta
moltitudine di giovani per vederlo, che fu gran fatica il potere chiudere il
deposito. E se era di giorno, come fu di notte, sarebbe stato forza lasciarlo
stare aperto molte ore, per sodisfare all'universale. La mattina seguente,
mentre si cominciava dai pittori e scultori a dare ordine all'onoranza,
cominciarono molti belli ingegni, di che è sempre Fiorenza abondantissima,
ad appiccare sopra detto deposito versi latini e volgari, e così per buona
pezza fu continuato, intanto che quelli componimenti, che allora furono
stampati, furono piccola parte a rispetto de' molti che furono fatti.
Ora per venire all'essequie, le quali non si fecero il dì dopo San Giovanni,
come si era pensato, ma furono insino al quattordicesimo giorno di luglio
prolungate, i tre deputati (perché Benvenuto Cellini, essendosi da principio
sentito alquanto indisposto, non era mai fra loro intervenuto), fatto che
ebbero proveditore Zanobi Lastricati scultore, si risolverono a far cosa più
tosto ingegnosa e degna dell'arti loro, che pomposa e di spesa. "E nel vero,
avendosi a onorare" dissero que' deputati et il loro proveditore "un uomo
come Michelagnolo, e da uomini della professione che egli ha fatto, e più
tosto ricchi di virtù che d'amplissime facultà, si dee ciò fare non con pompa
regia o soperchie vanità, ma con invenzioni et opere piene di spirito e di
vaghezza, che escano dal sapere della prontezza delle nostre mani e de'
nostri artefici, onorando l'arte con l'arte. Perciò che, se bene dall'eccellenza
del signor Duca possiamo sperare ogni quantità di danari che fusse di
bisogno, avendone già avuta quella quantità che abbiamo domandata, noi
nondimeno avemo a tenere per fermo che da noi si aspetta più presto cosa
ingegnosa e vaga per invenzione e per arte, che ricca per molta spesa o
grandezza di superbo apparato." Ma ciò nonostante, si vide finalmente che
la magnificenza fu uguale all'opere che uscirono delle mani dei detti
accademici, e che quella onoranza fu non meno veramente magnifica, che
ingegnosa, e piena di capricciose e lodevoli invenzioni.
Fu dunque in ultimo dato questo ordine, che nella navata di mezzo di San
Lorenzo, dirimpetto alle due porte de' fianchi, delle quali una va fuori e
l'altra nel chiostro, fusse ritto, come si fece, il catafalco di forma quadro,
alto braccia ventotto, con una Fama in cima, lungo undici e largo nove. In
sul basamento dunque di esso catafalco, alto da terra braccia due, erano
nella parte che guarda verso la porta principale della chiesa posti due
bellissimi fiumi a giacere, figurati l'uno per Arno e l'altro per lo Tevere.
Arno aveva un corno di dovizia pieno di fiori e frutti, significando perciò i
frutti che dalla città di Firenze sono nati in queste professioni, i quali sono
stati tanti e così fatti, che hanno ripieno il mondo, e particolarmente Roma,
di straordinaria bellezza. Il che dimostrava ottimamente l'altro fiume,