Page 1462 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sogliono i figliuoli un ottimo padre. A' piè del principe era un putto,
condotto con molta diligenza, il quale aveva un mazzocchio o vero berretta
ducale in mano, e d'intorno a loro erano alcuni soldati vestiti all'antica, e
fatti con molta prontezza e bella maniera. Ma sopra tutte l'altre erano

benissimo fatti e molto vivi e pronti il Principe e Michelagnolo, in tanto che
parea veramente che il vecchio proferisse le parole et il giovane
attentissimamente l'ascoltasse. In un altro quadro alto braccia 9 e lungo
12, il quale era dirimpetto alla cappella del Sacramento, Bernardo Timante

Buontalenti, pittore molto amato e favorito dall'illustrissimo Principe, aveva
con bellissima invenzione figurati i fiumi delle tre principali parti del
mondo, come venuti tutti mesti e dolenti a dolersi con Arno del comune
danno e consolarlo. I detti fiumi erano il Nilo, il Gange et il Po. Aveva per

contrasegno il Nilo un coccodrillo e per la fertilità del paese una ghirlanda
di spighe; il Gange l'uccel grifone et una ghirlanda di gemme, et il Po un
cigno et una corona d'ambre nere. Questi fiumi guidati in Toscana dalla
Fama, la quale si vedeva in alto quasi volante, si stavano intorno a Arno,

coronato di cipresso e tenente il vaso asciutto et elevato con una mano, e
nell'altra un ramo d'arcipresso e sotto sé un lione. E per dimostrare l'anima
di Michelagnolo essere andata in cielo alla somma felicità, aveva finto
l'accorto pittore uno splendore in aria significante il celeste lume, al quale

in forma d'Angioletto s'indirizzava la benedetta anima, con questo verso
lirico:



Vivens orbe peto laudibus aethera.


Dagli lati sopra due basi erano due figure in atto di tenere aperta una
cortina, dentro la quale pareva che fussero i detti fiumi, l'anima di

Michelagnolo e la Fama; e ciascuna delle dette due figure n'aveva sotto
un'altra. Quella che era a man ritta de' fiumi, figurata per Vulcano, aveva
una face in mano, la figura che gli aveva il collo sotto i piedi figurata per
l'Odio in atto disagioso e quasi fatigante per uscirgli di sotto, aveva per

contrasegno un avoltoio con questo verso:


Surgere quid properas, Odium crudele? Iaceto.



E questo perché le cose sopr'umane e quasi divine non deono in alcun
modo essere né odiate né invidiate. L'altra fatta per Aglaia, una delle tre
Grazie e moglie di Vulcano, per significare la Proporzione, aveva in mano

un giglio, sì perché i fiori sono dedicati alle Grazie, e sì ancora perché si
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