Page 1468 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ogni modo gli mandasse un giovane il quale sapesse lavorare di pitture e di
stucco, gli mandò esso Francesco Primaticcio l'anno 1531. Et ancor che
fusse andato l'anno innanzi al servigio del medesimo Re il Rosso pittore
fiorentino, come si è detto, e vi avesse lavorato molte cose e

particolarmente quadri del Bacco e Venere, di Psiche e Cupido, nondimeno
i primi stucchi che si facessero in Francia et i primi lavori a fresco di
qualche conto ebbero, si dice, principio dal Primaticcio, che lavorò di
questa maniera molte camere, sale e logge al detto re; al quale piacendo

la maniera et il procedere in tutte le cose di questo pittore, lo mandò
l'anno 1540 a Roma a procacciare d'avere alcuni marmi antichi, nel che lo
servì con tanta diligenza il Primaticcio, che fra teste, torsi e figure ne
comperò in poco tempo centoventicinque pezzi. Et in quel medesimo

tempo fece formare da Iacopo Barozzi da Vignuola et altri il cavallo di
bronzo che è in Campidoglio; una gran parte delle storie della colonna; la
statua del Commodo, la Venere, il Laoconte, il Tevere, il Nilo e la statua di
Cleopatra, che sono in Belvedere, per gettarle tutte di bronzo.

Intanto essendo in Francia morto il Rosso, e per ciò rimasa imperfetta una
lunga galleria, stata cominciata con suoi disegni et in gran parte ornata di

stucchi e di pitture, fu richiamato da Roma il Primaticcio; per che
imbarcatosi con i detti marmi e cavi di figure antiche, se ne tornò in
Francia, dove innanzi ad ogni altra cosa gettò, secondo che erano in detti
cavi e forme, una gran parte di quelle figure antiche; le quali vennono

tanto bene, che paiano le stesse antiche, come si può vedere là dove
furono poste nel giardino della Reina a Fontanableò, con grandissima
sodisfazione di quel Re, che fece in detto luogo quasi una nuova Roma. Ma
non tacerò che ebbe il Primaticcio, in far le dette statue, maestri tanto

eccellenti nelle cose del getto, che quell'opere vennero, non pure sottili,
ma con una pelle così gentile, che non bisognò quasi rinettarle. Ciò fatto,
fu commesso al Primaticcio che desse fine alla galleria che il Rosso aveva
lasciata imperfetta, onde messovi mano, la diede in poco tempo finita con

tanti stucchi e pitture, quante in altro luogo siano state fatte già mai; per
che trovandosi il Re ben servito nello spazio di otto anni, che aveva per lui
lavorato costui, lo fece mettere nel numero de' suoi camerieri e poco
appresso, che fu l'anno 1544, lo fece, parendogli che Francesco il

meritasse, abate di San Martino. Ma con tutto ciò non ha mai restato
Francesco di fare lavorare molte cose di stucco e di pitture in servigio del
suo Re e degl'altri, che dopo Francesco Primo hanno governato quel regno.
E fra gl'altri che in ciò l'hanno aiutato, l'ha servito, oltre molti de' suoi

bolognesi, Giovambatista figliuolo di Bartolomeo Bagnacavallo, il quale non
è stato manco valente del padre in molti lavori e storie, che ha messo in
opera del Primaticcio. Parimente l'ha servito assai tempo un Ruggieri da
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