Page 1495 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ancora che fusse meglio l'opera sua, se bene era giovane. Il qual modello è
oggi nelle mani degl'eredi di Nanni Unghero, che è cosa bellissima, al quale
Nanni essendo amico allora il Sansovino, gli fece alcuni modelli di putti
grandi di terra e d'una figura d'un San Niccola da Tolentino, i quali furno

fatti l'uno e l'altro di legno grandi quanto il vivo con aiuto del Sansovino, e
posti alla cappella del detto Santo nella chiesa di Santo Spirito.

Essendo per queste cagioni conosciuto Iacopo da tutti gl'artefici di Firenze,
e tenuto giovane di bello ingegno et ottimi costumi, fu da Giuliano da San
Gallo, architetto di papa Iulio Secondo, condotto a Roma con grandissima
satisfazione sua; perciò che piacendogli oltre modo le statue antiche che

sono in Belvedere, si mise a disegnarle. Onde Bramante, architetto
anch'egli di papa Iulio, che allora teneva il primo luogo et abitava in
Belvedere, visto de' disegni di questo giovane e di tondo rilievo uno ignudo
a giacere di terra, che egli aveva fatto, il quale teneva un vaso per un

calamaio, gli piacque tanto, che lo prese a favorire e gli ordinò che dovesse
ritrar di cera grande il Laocoonte, il quale faceva ritrarre anco da altri, per
gettarne poi uno di bronzo, cioè da Zaccheria Zachi da Volterra, Alonso
Berugetta spagnolo e dal Vecchio da Bologna, i quali quando tutti furono

finiti, Bramante fece vederli a Raffaello Sanzio da Urbino, per sapere chi si
fusse di quattro portato meglio. Là dove fu giudicato da Raffaello che il
Sansovino, così giovane, avesse passato tutti gli altri di gran lunga, onde
poi per consiglio di Domenico cardinal Grimani, fu a Bramante ordinato che

si dovesse fare gittare di bronzo quel di Iacopo; e così, fatta la forma e
gettatolo di metallo, venne benissimo. Là dove rinetto e datolo al
cardinale, lo tenne fin che visse non men caro che se fusse l'antico. E
venendo a morte, come cosa rarissima lo lasciò alla Signoria serenissima di

Vinezia, la quale avendolo tenuto molti anni nell'armario della sala del
Consiglio de' Dieci, lo donò finalmente l'anno 1534 al cardinale di Loreno,
che lo condusse in Francia.

Mentre che il Sansovino acquistando giornalmente con li studii dell'arte
nome in Roma era in molta considerazione, infermandosi Giuliano da San

Gallo, il quale lo teneva in casa in Borgo Vecchio, quando partì di Roma per
venire a Firenze in ceste e mutare aria, gli fu da Bramante trovata una
camera pure in Borgo Vecchio nel palazzo di Domenico dalla Rovere
cardinale di San Clemente, dove ancora alloggiava Pietro Perugino, il quale
in quel tempo per papa Giulio dipigneva la volta della camera di Torre

Borgia; per che avendo visto Pietro la bella maniera del Sansovino, gli fece
fare per sé molti modelli di cera, e fra gli altri un Cristo deposto di croce,
tutto tondo, con molte scale e figure, che fu cosa bellissima. Il quale

insieme con l'altre cose di questa sorte e modelli di varie fantasie, furono
poi raccolte tutte da Messer Giovanni Gaddi, e sono oggi nelle sue case in
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