Page 1496 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fiorenza alla piazza di Madonna. Queste cose dico furono cagione che 'l
Sansovino pigliò grandissima pratica con maestro Luca Signorelli, pittore
cortonese, con Bramantino da Milano, con Bernardino Pinturichio, con
Cesare Cesariano, che era allora in pregio per avere comentato Vitruvio, e
con molti altri famosi e begli ingegni di quella età.
Bramante adunque, desiderando che 'l Sansovino fusse noto a papa Iulio,
ordinò di fargli aconciare alcune anticaglie. Onde egli messovi mano
mostrò nel rassettarle tanta grazia e diligenza, che 'l Papa e chiunque le
vidde giudicò che non si potesse far meglio. Le quali lode, perché
avanzasse se stesso, spronarono di maniera il Sansovino, che datosi oltra
modo alli studii, essendo anco gentiletto di complessione, con qualche
trasordine addosso di quelli che fanno i giovani, s'amalò di maniera, che fu
forzato per salute della vita ritornare a Fiorenza, dove giovandoli l'aria
nativa, l'aiuto d'esser giovane e la diligenzia e cura de' medici, guarì del
tutto in poco tempo. Per lo che parve a Messer Piero Pitti, il quale
procurava allora che nella facciata dove è l'oriuolo di Mercato Nuovo in
Firenze si dovesse fare una Nostra Donna di marmo, che essendo in
Fiorenza molti giovani valenti et ancora maestri vecchi, si dovesse dare
quel lavoro a chi di questi facesse meglio un modello. Là dove fattone fare
uno a Baccio da Montelupo, un altro a Zaccheria Zatii da Volterra, che era
anch'egli il medesimo anno tornato a Fiorenza, un altro a Baccio Bandinelli
et un altro al Sansovino, posti in giudizio, fu da Lorenzo Credi, pittore
eccellente e persona di giudizio e di bontà, dato l'onore e l'opera al
Sansovino, e così dagl'altri giudici, artefici et intendenti. Ma se bene gli fu
perciò allogata questa opera, fu nondimeno indugiato tanto a provedergli e
condurgli il marmo per opera et invidia d'Averardo da Filicaia, il quale
favoriva grandemente il Bandinello et odiava il Sansovino, che veduta
quella lunghezza, fu da altri cittadini ordinato che dovesse fare uno
degl'Apostoli di marmo grandi che andavano nella chiesa di Santa Maria del
Fiore. Onde fatto il modello d'un San Iacopo, il quale modello ebbe, finito
che fu l'opera, Messer Bindo Altoviti, cominciò quella figura e continovando
di lavorarla con ogni diligenzia e studio, la condusse a fine tanto
perfettamente, che ella è figura miracolosa e mostra in tutte le parti essere
stata lavorata con incredibile studio e diligenzia ne' panni, nelle braccia e
mani traforate e condotte con tant'arte e con tanta grazia, che non si può
nel marmo veder meglio. Onde il Sansovino mostrò in che modo si
lavoravano i panni traforati, avendo quelli condotti tanto sottilmente e sì
naturali, che in alcuni luoghi ha campato nel marmo la grossezza che 'l
naturale fa nelle pieghe et in su' lembi e nella fine de' vivagni del panno:
modo dificile, e che vuole gran tempo e pacienza a volere che riesca in
modo che mostri la perfezzione dell'arte; la quale figura è stata nell'Opera