Page 1515 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI LIONE LIONI ARETINO E D'ALTRI SCULTORI ET
ARCHITETTI
Perché quello che si è detto sparsamente di sopra del cavalier Lione
scultore aretino si è detto incidentemente, non fia se non bene che qui si
ragioni con ordine dell'opere sue, degne veramente di essere celebrate e di
passare alla memoria degl'uomini. Costui dunque avendo a principio atteso
all'orefice e fatto in sua giovanezza molte bell'opere, e particolarmente
ritratti di naturale in conii d'acciaio per medaglie, divenne in pochi anni in
modo eccellente, che venne in cognizione di molti prìncipi e grand'uomini,
et in particolare di Carlo Quinto imperatore, dal quale fu messo, conosciuta
la sua virtù, in opere di maggiore importanza che le medaglie non sono.
Conciò sia che fece, non molto dopo che venne in cognizione di Sua
Maestà, la statua di esso Imperatore tutta tonda di bronzo maggiore del
vivo, e quella poi con due gusci sottilissimi vestì d'una molto gentile
armatura, che se gli lieva e veste facilmente e con tanta grazia, che chi la
vede vestita non s'accorge e non può quasi credere ch'ella sia ignuda, e
quando è nuda niuno crederebbe agevolmente ch'ella potesse così bene
armarsi già mai. Questa statua posa la gamba sinistra e con la destra calca
il Furore, il quale è una statua a giacere incatenata con la face e con arme
sotto di varie sorti. Nella base di quest'opera, la quale è oggi in Madril,
sono scritte queste parole: "Caesaris virtute Furor domitus".
Fece dopo queste statue Lione un conio grande per stampare medaglie di
Sua Maestà con il rovescio de' giganti fulminati da Giove. Per le quali opere
donò l'Imperatore a Lione un'entrata di centocinquanta ducati l'anno in
sulla Zecca di Milano, una comodissima casa nella contrada de' Moroni, e lo
fece cavaliere e di sua famiglia con dargli molti privilegii di nobiltà per i
suoi descendenti. E mentre stette Lione con Sua Maestà in Bruselles ebbe
le stanze nel proprio palazzo dell'Imperatore che talvolta per diporto
l'andava a vedere lavorare. Fece non molto dopo di marmo un'altra statua
pur dell'Imperatore, e quelle dell'Imperatrice, del re Filippo et un busto
dell'istesso Imperatore da porsi in alto in mezzo a due quadri di bronzo.
Fece similmente di bronzo la testa della reina Maria, quella di Ferdinando
allora re de' romani, e di Massimiliano suo figliuolo, oggi Imperatore, quella
della reina Leonora e molti altri, che furono poste nella galleria del palazzo
di Bindisi da essa reina Maria, che le fé fare. Ma non vi stettono molto,
perché Enrico re di Francia vi apiccò fuoco per vendetta, lasciandovi scritto