Page 208 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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giudizio e d'ingegno nell'arte della pittura valesse; et in Orvieto dipinse in
fresco la cappella maggiore di S. Maria. Dopo quest'opere, capitando a
Fiorenza, fece in S. Procolo una tavola et in una cappella le storie di S.
Nicolò in figure piccole, per sodisfare a certi amici suoi, desiderosi di verder
il modo dell'operar suo; et in sì breve tempo condusse, come pratico,
questo lavoro, che gl'accrebbe nome e riputazione infinita. E questa opera,
nella predella della quale fece il suo ritratto, fu causa che l'anno 1335 fu
condotto a Cortona per ordine del vescovo degli Ubertini, allora Signore di
quella città, dove lavorò nella chiesa di S. Margherita, poco inanzi stata
fabricata ai frati di S. Francesco nella sommità del monte, alcune cose, e
particolarmente la metà delle volte e le facciate, così bene che, ancora che
oggi siano quasi consumate dal tempo, si vede ad ogni modo nelle figure
affetti bellissimi, e si conosce che egli ne fu meritamente comendato.
Finita quest'opera, se ne tornò Ambruogio a Siena, dove visse
onoratamente il rimanente della sua vita, non solo per essere eccellente
maestro nella pittura, ma ancora perché avendo dato opera nella sua
giovanezza alle lettere, gli furono utile e dolce compagnia nella pittura, e
di tanto ornamento in tutta la sua vita, che lo renderono non meno
amabile e grato, che il mestiero della pittura si facesse. Laonde, non solo
praticò sempre con letterati e virtuosi uomini, ma fu ancora con suo molto
onore et utile adoperato ne' maneggi della sua republica.
Furono i costumi d'Ambruogio in tutte le parti lodevoli, e piuttosto di
gentiluomo e di filosofo che di artefice; e, quello che più dimostra la
prudenza degl'uomini, ebbe sempre l'animo disposto a contentarsi di quello
che il mondo et il tempo recava, onde sopportò con animo moderato e
quieto il bene et il male che gli venne dalla fortuna. E veramente non si
può dire quanto i costumi gentili e la modestia con l'altre buone creanze
siano onorata compagnia a tutte l'arti, ma particolarmente a quelle che
dall'intelletto e da' nobili et elevati ingegni procedono, onde doverebbe
ciascuno rendersi non meno grato con i costumi, che con l'eccellenza
dell'arte.
Ambruogio, finalmente, nell'ultimo di sua vita fece con molta sua lode una
tavola a Monte Oliveto di Chiusuri; e poco poi, d'anni 83, passò felicemente
e cristianamente a miglior vita.
Furono le opere sue nel milletrecentoquaranta.
Come s'è detto, il ritratto di Ambruogio si vede di sua mano in S. Procolo
nella predella della sua tavola con un capuccio in capo. E quanto valesse
nel disegno si vede nel nostro libro, dove sono alcune cose di sua mano,
assai buone.