Page 210 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PIETRO CAVALLINI ROMANO PITTORE
Essendo già stata Roma molti secoli priva non solamente delle buone
lettere e della gloria dell'armi, ma eziandio di tutte le scienze e bone arti,
come Dio volle, nacque in essa Pietro Cavallini in que' tempi che Giotto,
avendo si può dire tornato in vita la pittura, teneva fra i pittori in Italia il
principato.
Costui, dunque, essendo stato discepolo di Giotto, et avendo con esso lui
lavorato nella nave di musaico in S. Piero fu il primo che dopo lui
illuminasse quest'arte, e che cominciasse a mostrar di non essere stato
indegno discepolo di tanto maestro, quando dipinse in Araceli sopra la
porta della sagrestia alcune storie che oggi sono consumate dal tempo, e
in S. Maria di Trastevere moltissime cose colorite per tutta la chiesa in
fresco. Dopo, lavorando alla capella maggiore di musaico e nella facciata
dinanzi alla chiesa, mostrò nel principio di cotale lavoro, senza l'aiuto di
Giotto saper non meno esercitare e condurre a fine il musaico, che avesse
fatto la pittura: facendo ancora nella chiesa di S. Grisogono molte storie a
fresco, s'ingegnò farsi conoscer similmente per ottimo discepolo di Giotto e
per buono artefice. Parimente pure in Trastevere dipinse in S. Cecilia quasi
tutta la chiesa di sua mano, e nella chiesa di S. Francesco appresso Ripa
molte cose. In S. Paulo poi for di Roma fece la facciata che v'è di musaico,
e per la nave del mezzo molte storie del Testamento Vecchio. E lavorando
nel capitolo del primo chiostro a fresco alcune cose, vi mise tanta diligenza,
che ne riportò dagl'uomini di giudizio nome d'eccellentissimo maestro, e fu
perciò dai prelati tanto favorito, che gli fecero dar a fare la facciata di S.
Piero di dentro fra le finestre, tra le quali fece di grandezza straordinaria,
rispetto alle figure che in quel tempo s'usavano, i quattro Evangelisti
lavorati a bonissimo fresco, e un S. Piero e un S. Paulo, e in una nave buon
numero di figure, nelle quali per molto piacergli la maniera greca, la
mescolò sempre con quella di Giotto; e per dilettarsi di dare rilievo alle
figure, si conosce che usò in ciò tutto quello sforzo, che maggiore può
immaginarsi da uomo. Ma la migliore opera che in quella città facesse fu
nella detta chiesa d'Araceli sul Campidoglio, dove dipinse in fresco nella
volta della tribuna maggiore la Nostra Donna col Figliuolo in braccio
circondata da un cerchio di sole, e a basso Ottaviano imperador, al quale la
sibilla Tiburtina mostrando Gesù Cristo, egli l'adora; le quali figure in
quest'opera, come si è detto in altri luoghi, si sono conservate molto
meglio che l'altre, perché quelle che sono nelle volte, sono meno offese
dalla polvere, che quelle che nelle facciate si fanno.