Page 212 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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suo con molta diligenza; e ciò fece, per quanto si dice, per messer
Benedetto di messer Buonconte Monaldeschi signore in quel tempo, anzi
tiranno di quella città. Affermano similmente alcuni che Piero fece alcune
sculture, e che gli riuscirono, perché aveva ingegno in qualunque cosa si

metteva a fare, benissimo, e che è di sua mano il Crucifisso, che è nella
gran chiesa di S. Paulo fuor di Roma, il quale, secondo che si dice e credere
si dee, è quello che parlò a S. Brigida l'anno 1370. Erano di mano del
medesimo alcune altre cose di quella maniera, le quali andarono per terra

quando fu rovinata la chiesa vecchia di S. Piero per rifar la nuova.
Fu Pietro in tutte le sue cose diligente molto, e cercò con ogni studio di

farsi onore e acquistare fama nell'arte. Fu non pure buon cristiano, ma
divotissimo e amicissimo de' poveri, e per la bontà sua amato non pure in
Roma sua patria, ma da tutti coloro che di lui ebbono cognizione o
dell'opere sue. E si diede finalmente nell'ultima sua vecchiezza con tanto

spirito alla religione, menando vita esemplare, che fu quasi tenuto Santo.
Laonde non è da maravigliarsi, se non pure il detto Crucifisso di sua mano
parlò, come si è detto, alla Santa, ma ancora se ha fatto e fa infiniti
miracoli una Nostra Donna di sua mano la quale per lo migliore non

intendo di nominare, sebbene è famosissima in tutta Italia, e sebbene
so[no] più che certo e chiarissimo per la maniera del dipignere ch'ell'è di
mano di Pietro, la cui lodatissima vita e pietà verso Dio, fu degna di essere
da tutti gl'uomini imitata. Né creda nessuno per ciò, che non è quasi

possibile, e la continua sperienza ce lo dimostra, che si possa senza il timor
e grazia di Dio, e senza la bontà de' costumi, ad onorato grado pervenire.

Fu discepolo di Pietro Cavallini Giovanni da Pistoia, che nella patria fece
alcune cose di non molta importanza.

Morì finalmente in Roma d'età d'anni ottantacinque di mal di fianco preso
nel lavorare in muro, per l'umidità e per lo star continuo a tale esercizio.

Furono le sue pitture nel 1364. Fu sepolto in S. Paulo fuor di Roma
onorevolmente e con questo epitaffio:



Quantum Romanae Petrus decus addidit urbi
pictura, tantum dat decus ipse polo.



Il ritratto suo non si è mai trovato, per diligenza che fatta si sia; però non
si mette.



FINE DELLA VITA DI PIETRO CAVALLINI
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