Page 236 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ire al canto alla Cuculia, sul cantone del convento, quel tabernacolo che
ancora vi si vede con la Nostra Donna et altri Santi d'attorno che tirano, e
nelle teste e nell'altre parti, forte alla maniera moderna, perché cercò
variare e cangiare le carnagioni et accompagnare nella varietà de' colori e

ne' panni con grazia e giudizio tutte le figure. Costui medesimamente
lavorò in S. Croce nella capella di S. Silvestro l'istorie di Costantino con
molta diligenza, avendo bellissime considerazioni nei gesti delle figure, e
poi dietro a un ornamento di marmo, fatto per la sepoltura di Messer

Bettino de' Bardi, uomo stato in quel tempo in onorati gradi di milizia, fece
esso Messer Bettino di naturale armato che esce d'un sepolcro ginocchioni,
chiamato col suono delle trombe del Giudizio da due Angeli che in aria
accompagnano un Cristo nelle nuvole molto ben fatto. Il medesimo in S.

Pancrazio fece, all'entrar della porta a man ritta, un Cristo che porta la
croce et alcuni Santi appresso, che hanno espressamente la maniera di
Giotto. Era in S. Gallo, il qual convento era fuor della porta che si chiama
dal suo nome e fu rovinato per l'assedio, in un chiostro dipinta a fresco una

Pietà, della quale n'è copia in S. Pancrazio già detto, in un pilastro accanto
alla capella maggiore.

Lavorò a fresco in S. Maria Novella alla capella di S. Lorenzo de' Giuochi,
entrando in chiesa per la porta a man destra, nella facciata dinanzi, un San
Cosimo e S. Damiano et in Ognisanti un S. Cristofano et un S. Giorgio, che
dalla malignità del tempo furono guasti e rifatti da altri pittori, per

ignoranza d'un proposto poco di tal mestier intendente. Nella detta chiesa
è di mano di Tommaso rimaso salvo l'arco che è sopra la porta della
sagrestia, nel quale è a fresco una Nostra Donna col figliuolo in braccio,
che è cosa buona per averla egli lavorata con diligenza.

Mediante queste opere, avendosi acquistato tanto buon nome Giottino,
imitanto nel disegno e nelle invenzione, come si è detto, il suo maestro,

che si diceva essere in lui lo spirito d'esso Giotto, per la vivezza de' colori e
per la pratica del disegno, l'anno 1343, a dì 2 di luglio, quando dal popolo
fu cacciato il duca d'Atene e che egli ebbe con giuramento renunziata e

renduta la signoria e la libertà ai Fiorentini, fu forzato dai dodici Riformatori
dello stato, e particolarmente dai preghi di Messer Agnolo Acciaiuoli, allora
grandissimo cittadino che molto poteva disporre di lui, dipignere per
dispregio nella torre del palagio del podestà il detto duca et i suoi seguaci,
che furono Messer Ceritieri Visdomini, Messer Maladiasse, il suo

conservadore e Messer Ranieri da S. Gimignano, tutti con le mitere di
Giustizia in capo vituperosamente; intorno alla testa del duca erano molti
animali rapaci e d'altre sorti, significanti la natura e qualità di lui. Et uno di

que' suoi consiglieri aveva in mano il palagio de' Priori della città e come
disleale e traditore della patria glielo porgeva. E tutti avevano sotto l'arme
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