Page 240 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GIOVANNI DA PONTE PITTORE FIORENTINO
Se bene non è vero il proverbio antico, né da fidarsene molto, che "a
goditore non manca mai roba", ma sì bene in contrario è verissimo, ché chi
non vive ordinatamente nel grado suo, in ultimo stentando vive e muore
miseramente, si vede nondimeno che la fortuna aiuta alcuna volta più
tosto coloro che gettano senza ritegno, che coloro che sono in tutte le cose
assegnati e ratenuti. E quando manca il favore della fortuna suplisce molte
volte al difetto di lei e del mal governo degli uomini, la morte,
sopravenendo quando apunto cominciarebbono cotali uomini, con infinita
noia, a conoscere quanto sia misera cosa avere sguazzato da giovane e
stentare in vecchiezza, poveramente vivendo e faticando; come sarebbe
avvenuto a Giovanni da Santo Stefano a Ponte di Fiorenza, se dopo avere
consumato il patrimonio, molti guadagni che gli fece venire nelle mani più
tosto la fortuna che i meriti, e alcune eredità che gli vennero da non
pensato luogo non avesse finito in un medesimo tempo il corso della vita e
tutte le facultà. Costui dunque che fu discepolo di Bonamico Buffalmacco e
l'immitò più nell'attendere alle commodità del mondo che nel cercare di
farsi valente pittore, essendo nato l'anno 1307 e giovanetto stato discepolo
di Buffalmacco, fece le sue prime opere nella Pieve d'Empoli a fresco, nella
capella di San Lorenzo, dipignendovi molte storie della vita d'esso Santo,
con tanta diligenza, che sperandosi dopo tanto principio miglior mezzo, fu
condotto l'anno 1344 in Arezzo, dove in San Francesco lavorò in una
cappella l'assunta di Nostra Donna; e poco poi, essendo in qualche credito
in quella città per carestia d'altri pittori, dipinse nella Pieve la capella di
Santo Onofrio e quella di Santo Antonio, che oggi dalla umidità è guasta.
Fece ancora alcune altre pitture, che erano in Santa Iustina et in S. Matteo,
che con le dette chiese furono mandate per terra, nel far fortificare il duca
Cosimo quella città, quando in quel luogo a punto fu trovato a' pie' della
coscia d'un ponte antico, dove allato a detta Santa Giustina entrava il
fiume nella città, una testa d'Appio Cieco et una del figliuolo, di marmo
bellissime, con uno epitaffio antico e similmente bellissimo, che oggi sono
in guardaroba di detto signor Duca.
Essendo poi tornato Giovanni a Firenze in quel tempo che si finì di serrare
l'arco di mezzo del ponte a S. Trinita, dipinse in una cappella fatta sopra
una pila et intitolata a S. Michelagnolo, dentro e fuori molte figure, e
particolarmente tutta la facciata dinanzi; la qual capella insieme col ponte
dal diluvio dell'anno 1557 fu portata via. Mediante le quali opere vogliono
alcuni, oltre a quello che si è detto di lui nel principio, che fusse poi sempre
chiamato Giovanni dal Ponte. In Pisa ancora l'anno 1355 fece in San Paulo