Page 242 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'AGNOLO GADDI PITTOR FIORENTINO


Di quanto onore e utile sia l'essere eccellente in un'arte nobile,
manifestamente si vide nella virtù e nel governo di Taddeo Gaddi, il quale,

essendosi procacciato con la industria e fatiche sue oltre al nome
buonissime faccultà, lasciò in modo accomodate le cose della famiglia sua,
quando passò all'altra vita, che agevolmente potettono Agnolo e Giovanni

suoi figliuoli dar poi principio a grandissime ricchezze et all'esaltazione di
casa Gaddi, oggi in Fiorenza nobilissima et in tutta la cristianità molto
reputata. E di vero è ben stato ragionevole, avendo ornato Gaddo, Taddeo,
Agnolo e Giovanni colla virtù e con l'arte loro molte onorate chiese, che
siano poi stati i loro successori dalla S. Chiesa Romana e da' sommi

Pontefici di quella, ornati delle maggiori dignità ecclesiastiche.

Taddeo dunque, del quale avemo di sopra scritto la vita, lasciò Agnolo e
Giovanni suoi figliuoli in compagnia di molti suoi discepoli, sperando che
particolarmente Agnolo dovesse nella pittura eccellentissimo divenire; ma
egli, che nella sua giovanezza mostrò volere di gran lunga superare il
padre, non riuscì altramente secondo l'openione che già era stata di lui

conceputa, perciò che, essendo nato e alevato negl'agi, che sono molte
volte d'impedimento agli studii, fu dato più ai traffichi e alle mercanzie che
all'arte della pittura. Il che non ci dee né nuova né strana cosa parere,

attraversandosi quasi sempre l'avarizia a molti ingegni, che
ascenderebbono al colmo delle virtù, se il desiderio del guadagno negl'anni
primi e migliori non impedisse loro il viaggio. Lavorò Agnolo nella sua
giovanezza in Fiorenza, in S. Iacopo tra' fossi, di figure poco più d'un
braccio un'istorietta di Cristo quando resuscitò Lazero quatriduano, dove,

immaginatosi la corruzzione di quel corpo stato morto tre dì, fece le fasce
che lo tenevano legato macchiate dal fracido della carne, e intorno
agl'occhi certi lividi e giallicci della carne, tra la viva e la morta, molto

consideratamente; non senza stupore degl'Apostoli e d'altre figure, i quali
con attitudini varie e belle, e con i panni al naso per non sentire il puzzo di
quel corpo corrotto, mostrano non meno timore e spavento per cotale
maravigliosa novità, che allegrezza e contento Maria e Marta che si
veggono tornare la vita nel corpo morto del fratello; la quale opera di tanta

bontà fu giudicata, che molti stimarono la virtù d'Agnolo dovere trapassare
tutti i discepoli di Taddeo e ancora lui stesso, ma il fatto passò altramente
perché, come la volontà nella giovanezza vince ogni difficultà per

acquistare fama, così molte volte una certa stracurataggine che seco
portano gl'anni fa che in cambio d'andare inanzi si torna indietro, come
fece Agnolo; al quale per così gran saggio della virtù sua essendo poi stato
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