Page 231 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fatti dai migliori maestri della città, essendo approvato universalmente et
accettato quello dell'Orgagna, come maggiore, più bello e più magnifico di
tutti gl'altri, per partito de' signori e del Comune fu, secondo l'ordine di lui,
cominciata la loggia grande di piazza sopra i fondamenti fatti al tempo del

duca d'Atene, e tirata inanzi con molta diligenza di pietre quadre benissimo
commesse. E, quello che fu cosa nuova in que' tempi, furono gl'archi delle
volte fatti non più in quarto acuto, come si era fino a quell'ora costumato,
ma con nuovo e lodato modo, girati in mezzi tondi, con molta grazia e

bellezza di tanta fabrica, che fu in poco tempo, per ordine d'Andrea,
condotta al suo fine, e se si fusse avuto considerazione di metterla allato a
Santo Romolo e farle voltare le spalle a tramontana, il che forse non fecero
per averla commoda alla porta del palazzo, ella sarebbe stata, com'è

bellissima di lavoro, utilissima fabrica a tutta la città, là dove per lo gran
vento la vernata non vi si può stare.

Fece in questa loggia l'Orgagna fra gl'archi della facciata dinanzi, in certi
ornamenti di sua mano, sette figure di marmo di mezzo rilievo, per le sette
virtù teologiche e cardinali, così belle che, accompagnando tutta l'opera, lo
fecero conoscere per non men buono scultore che pittore et architetto,

senzaché fu in tutte le sue azzioni faceto, costumato et amabile uomo
quanto mai fusse altro par suo. E perché non lasciava mai, per lo studio
d'una delle tre sue professioni, quello dell'altra, mentre si fabricava la
loggia fece una tavola a tempera, con molte figure grandi e la predella di

figure piccole, per quella cappella degli Strozzi dove già con Bernardo suo
fratello aveva fatto alcune cose a fresco; nella quale tavola, parendogli
ch'ella potesse fare migliore testimonianza della sua professione che i
lavori fatti a fresco non potevano, vi scrisse il suo nome con queste parole:

"Anno Domini MCCCLVII. Andreas Cionis de Florentia me pinxit".
Compiuta quest'opera, fece alcune pitture pur in tavola, che furono

mandate al Papa in Avignone, le quali ancora sono nella chiesa catedrale di
quella città. Poco poi, avendo gl'uomini della Compagnia d'Or San Michele
messi insieme molti danari di limosine e beni stati donati a quella Madonna

per la mortalità del 1348, risolverno volerle fare intorno una capella o vero
tabernacolo non solo di marmi in tutti i modi intagliati, e d'altre pietre di
pregio ornatissimo e ricco, ma di musaico ancora e d'ornamenti di bronzo,
quanto più desiderare si potesse, intanto che per opera e per materia
avanzasse ogni altro lavoro insin a quel dì per tanta grandezza stato

fabricato; perciò, dato di tutto carico all'Orgagna come al più eccellente di
quell'età, egli fece tanti disegni che finalmente uno ne piacque a chi
governava, come migliore di tutti gl'altri; onde alogato il lavoro a lui, si

rimisero al tutto nel giudizio e consiglio suo, per che egli, dato a diversi
maestri d'intaglio, avuti di più paesi, a fare tutte l'altre cose, attese con il
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