Page 250 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI DUCCIO PITTORE SANESE
Senza dubbio coloro che sono inventori d'alcuna cosa notabile hanno
grandissima parte nelle penne di chi scrive l'istorie, e ciò avviene perché
sono più osservate e con maggiore maraviglia tenute le prime invenzioni,
per lo diletto che seco porta la novità della cosa, che quanti miglioramenti
si fanno poi, da qualunque si sia, nelle cose che si riducono all'ultima
perfezzione; atteso ché se mai a niuna cosa non si desse principio, non
crescerebbono di miglioramento le parti di mezzo e non verrebbe il fine
ottimo e di bellezza maravigliosa. Meritò dunque Duccio, pittore sanese e
molto stimato, portare il vanto di quelli che dopo lui sono stati molti anni,
avendo nei pavimenti del duomo di Siena dato principio di marmo ai
rimessi delle figure di chiaro e scuro, nelle quali oggi i moderni artefici
hanno fatto le maraviglie che in essi si veggono. Attese costui alla
immitazione della maniera vecchia, e con giudizio sanissimo diede oneste
forme alle figure, le quali espresse, eccellentissimamente nelle difficultà di
tal arte. Egli di sua mano imitando le pitture di chiaro scuro ordinò e
disegnò i principii del detto pavimento e nel Duomo fece una tavola, che fu
allora messa all'altare maggiore e poi levatane per mettervi il tabernacolo
del corpo di Cristo che al presente vi si vede. In questa tavola, secondo che
scrive Lorenzo di Bartolo Ghiberti, era una incoronazione di Nostra Donna,
lavorata quasi alla maniera greca, ma mescolata assai con la moderna; e
perché era così dipinta dalla parte di dietro come dinanzi, essendo il detto
altar maggiore spiccato intorno intorno, dalla detta parte di dietro erano
con molta diligenza state fatte da Duccio tutte le principali storie del
Testamento Nuovo, in figure piccole molto belle. Ho cercato sapere dove
oggi questa tavola si truovi, ma non ho mai, per molta diligenza che io ci
abbia usato, potuto rinvenirla o sapere quello che Francesco di Giorgio
scultore ne facesse, quando rifece di bronzo il detto tabernacolo, e quelli
ornamenti di marmo che vi sono. Fece similmente per Siena molte tavole
in campo d'oro et una in Fiorenza in S. Trinita, dove è una Nunziata.
Dipinse poi moltissime cose in Pisa, in Lucca et in Pistoia per diverse
chiese, che tutte furono sommamente lodate e gl'acquistarono nome et
utile grandissimo. Finalmente, non si sa dove questo Duccio morisse né che
parenti, discepoli o facultà lasciasse; basta, che per avere egli lasciato
erede l'arte della invenzione e della pittura nel marmo di chiaro e scuro,
merita per tale benefizio nell'arte comendazione e lode infinita; e che
sicuramente si può annoverarlo fra i benefattori, che allo esercizio nostro
aggiungono grado et ornamento, considerato che coloro i quali vanno