Page 254 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quella collocato nel Duomo, furono con grandissima diligenza dipinti da
Antonio, che vi fece ciechi che ricevono la luce, rattratti che rianno la
disposizione delle membra, oppressi dal demonio che sono liberati, et altri
miracoli espressi molto vivamente. Ma fra tutte l'altre figure merita con

maraviglia essere considerato un idropico, perciò che col viso secco, con le
labbra asciutte e col corpo enfiato e tale che non potrebbe più di quello che
fa questa pittura mostrare un vivo la grandissima sete degl'idropici e gl'altri
effetti di quel male. Fu anche cosa mirabile in que' tempi una nave che egli

fece in quest'opera, la quale, essendo travagliata dalla fortuna, fu da quel
Santo liberata, avendo in essa fatto prontissime tutte l'azzioni de' marinari
e tutto quello che in cotali accidenti e travagli suol avvenire. Alcuni
gettano, senza pensarvi, all'ingordissimo mare le care merci con tanti

sudori fatigate, altri corre a provedere il legno che sdruce, et insomma altri
a altri uffizii marinareschi, che tutti sarei troppo lungo a raccontare; basta,
che tutti sono fatti con tanta vivezza e bel modo ch'è una maraviglia. In
questo medesimo luogo, sotto la vita de' Santi padri dipinta da Pietro

Laurati sanese fece Antonio il corpo del beato Oliverio, insieme con l'abate
Panuzio e molte cose della vita loro in una cassa figurata di marmo, la qual
figura è molto ben dipinta. Insomma tutte quest'opere che Antonio fece in
Camposanto sono tali che universalmente et a gran ragione sono tenute le

migliori di tutte quelle che da molti eccellenti maestri sono state in più
tempi in quel luogo lavorate; perciò che, oltre i particolari detti, egli
lavorando ogni cosa a fresco e non mai ritoccando alcuna cosa a secco fu
cagione che insino a oggi si sono in modo mantenute vive nei colori, ch'elle

possono, ammaestrando quegli dell'arte, far loro conoscere quanto il
ritoccare le cose fatte a fresco poiché sono secche con altri colori, porti,
come si è detto nelle teoriche, nocumento alle pitture et ai lavori, essendo
cosa certissima che gl'invecchia e non lascia purgargli dal tempo l'esser

coperti di colori che hanno altro corpo, essendo temperati con gomme, con
draganti, con uova, con colla o altra somigliante cosa, che appanna quel di
sotto e non lascia che il corso del tempo e l'aria purghi quello che è
veramente lavorato a fresco sulla calcina molle, come avverrebbe se non

fussero loro sopraposti altri colori a secco.
Avendo Antonio finita quest'opera che, come degna in verità d'ogni lode gli

fu onoratamente pagata da' Pisani che poi sempre molto l'amarono, se ne
tornò a Firenze, dove a Nuovoli fuor della porta al Prato, dipinse in un
tabernacolo a Giovanni degl'Agli un Cristo morto, con molte figure, la storia
de' Magi et il dì del Giudizio, molto bello. Condotto poi alla Certosa, dipinse

agl'Acciaiuoli, che furono edificatori di quel luogo, la tavola dell'altar
maggiore, che a' dì nostri restò consumata dal fuoco, per inavvertenza d'un
sagrestano di quel monasterio, che avendo lasciato all'altare appiccato il
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