Page 258 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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avevano in Toscana, anzi, in Fiorenza propria avuto il loro rinascimento,
crearono la detta Compagnia sotto il nome e protezzione di S. Luca
Evangelista, sì per rendere nell'oratorio di quella lode e grazie a Dio, e sì
anco per trovarsi alcuna volta insieme e sovenire così nelle cose dell'anima

come del corpo a chi, secondo i tempi, n'avesse di bisogno. La qual cosa è
anco per molte arti in uso a Firenze, ma era molto più anticamente. Fu il
primo loro oratorio la capella maggiore dello spedale di S. Maria Nuova, il
quale fu loro concesso dalla famiglia de' Portinari. E quelli che primi con

titolo di Capitani governarono la detta Compagnia, furono sei, et in oltre
due consiglieri e due camarlinghi; come nel vecchio libro di detta
Compagnia, cominciato allora, si può vedere. Il primo capitolo del quale
comincia così: "Questi capitoli et ordinamenti furono trovati e fatti da'

buoni e discreti uomini dell'Arte de' Dipintori di Firenze et al tempo di Lapo
Gucci dipintore, Vanni Cinuzzi dipintore, Corsino Buonaiuti dipintore,
Pasquino Cenni dipintore, Segnia d'Antignano dipintore. Consiglieri furono
Bernardo Daddi e Iacopo di Casentino, dipintori; e camarlinghi Consiglio

Gherardi e Domenico Pucci, dipintori".
Creata la detta compagnia in questo modo, di consenso de' capitani e

degl'altri fece Iacopo di Casentino la tavola della loro capella, facendo in
essa un S. Luca che ritrae la Nostra Donna in un quadro e nella predella da
un lato gl'uomini della Compagnia e dall'altro tutte le donne ginocchioni.
Da questo principio, quando raunandosi e quando no, ha continuato questa

Compagnia insino a che ella si è ridotta al termine che ell'è oggi, come si
narra ne' nuovi capitoli di quella approvati dall'illustrissimo signor duca
Cosimo, protettore benignissimo di queste arti del disegno.

Finalmente Iacopo, essendo grave d'anni e molto affaticato, se ne tornò in
Casentino e si morì in Pratovecchio d'anni ottanta, e fu sotterrato da'
parenti e dagl'amici in S. Agnolo, Badia fuor di Pratovecchio dell'Ordine di

Camaldoli. Il suo ritratto era nel Duomo vecchio di mano di Spinello in una
storia de' Magi. E della maniera del suo disegnare n'è saggio nel nostro
libro.



FINE DELLA VITA DI IACOPO DI CASENTINO


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