Page 263 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 263
Apostoli lo ricevono che è molto bella, e così le due storie da basso, dove
S. Cosimo e S. Damiano tagliano a un moro morto una gamba sana, per
appiccarla a un infermo a chi eglino ne avevano tagliato una fracida; e
parimente il Noli me tangere bellissimo, che è nel mezzo di quelle due
opere.
Nella Compagnia de' Puraccioli, sopra la piazza di S. Agostino, fece in una
capella una Nunziata molto ben colorita e nel chiostro di quel convento
lavorò a fresco una Nostra Donna et un S. Iacopo e S. Antonio, e
ginocchioni vi ritrasse un soldato armato, con queste parole: "Hoc opus
fecit fieri Clemens Pucci de Monte Catino, cuius corpus iacet hic, etc. Anno
Domini 1367, Die XV Mensis Maii". Similmente la capella che è in quella
chiesa, di S. Antonio con altri santi, si conosce alla maniera che sono di
mano di Spinello; il quale poco poi nello spedale di S. Marco, che oggi è
monasterio delle monache di S. Croce per esser il loro monasterio che era
di fuori stato gettato per terra, dipinse tutto un portico con molte figure e
vi ritrasse per un S. Gregorio papa, che è a canto a una misericordia, papa
Gregorio Nono di naturale.
La capella di San Iacopo e Filippo, che è in San Domenico della medesima
città entrando in chiesa, fu da Spinello lavorata in fresco con bella e
risoluta pratica, come ancora fu il Sant'Antonio dal mezzo in su, fatto nella
facciata della chiesa sua, tanto bello che par vivo, in mezzo a quattro storie
della sua vita; le quali medesime storie e molte più della vita pur di
Sant'Antonio, sono di mano di Spinello similmente nella chiesa di San
Giustino, nella capella di Sant'Antonio. Nella chiesa di San Lorenzo fece da
una banda alcune storie della Madonna, e fuor della chiesa la dipinse a
sedere, lavorando a fresco molto graziosamente. In uno spedaletto,
dirimpetto alle monache di Santo Spirito, vicino alla porta che va a Roma,
dipinse un portico tutto di sua mano, mostrando in un Cristo morto in
grembo alle Marie tanto ingegno e giudizio nella pittura, che si conosce
avere paragonato Giotto nel disegno et avanzatolo di gran lunga nel
colorito. Figurò ancora nel medesimo luogo Cristo a sedere con significato
teologico molto ingegnosamente, avendo in guisa situato la Trinità dentro
a un sole, che si vede da ciascuna delle tre figure uscire i medesimi raggi
et il medesimo splendore. Ma di quest'opera con gran danno veramente
degl'amatori di quest'arte, è avvenuto il medesimo che di molte altre,
essendo stata buttata in terra per fortificare la città. Alla Compagnia della
Trinità si vede un tabernacolo fuor della chiesa, da Spinello benissimo
lavorato a fresco, dentrovi la Trinità, San Piero e San Cosimo e San
Damiano, vestiti con quella sorte d'abiti che usavano di portare i medici in
que' tempi.