Page 260 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dagl'Angeli. E perché, essendo la storia grande, la picciolezza della capella
non lunga più che braccia dieci et alta cinque, non capiva il tutto, e
massimamente l'Assonzione d'essa Nostra Donna, con bel giudizio fece
Spinello voltarla nel lungo della storia da una parte, dove Cristo e gl'Angeli

la ricevono.
In una capella in S. Trinita fece una Nunziata in fresco molto bella, e nella

chiesa di S. Apostolo nella tavola dell'altar maggiore a tempera fece lo
Spirito Santo, quando è mandato sopra gl'Apostoli in lingue di fuoco. In S.
Lucia de' Bardi fece similmente una tavoletta, et in S. Croce un'altra
maggiore, nella capella di S. Giovanni Battista che fu dipinta da Giotto.

Dopo queste cose, essendo dai sessanta cittadini che governavano Arezzo,
per lo gran nome che aveva acquistato lavorando in Fiorenza, là

richiamato, gli fu fatto dipignere dal Comune nella chiesa del Duomo
vecchio fuor della città la storia de' Magi e nella capella di S. Gismondo un
San Donato che con la benedizione fa crepare un serpente. Parimente in

molti pilastri di quel Duomo fece diverse figure, et in una facciata la
Madalena che in casa di Simone unge i piedi a Cristo, con altre pitture,
delle quali non accade far menzione, essendo oggi quel tempio che era
pieno di sepolture, d'ossa di Santi e d'altre cose memorabili, del tutto
rovinato. Dirò bene, acciò che d'esso almeno resti questa memoria, che

essendo egli stato edificato dagl'Aretini più di mille e trecento anni sono,
allora che di prima vennero alla fede di Gesù Cristo, convertiti da S.
Donato, il quale fu poi vescovo di quella città, e gli fu dedicato a suo nome,

et ornato di fuori e di dentro riccamente di spoglie antichissime. Era la
pianta di questo edifizio, del quale si è lungamente altrove ragionato, dalla
parte di fuori in sedici facce divisa e dentro in otto, e tutte erano piene
delle spoglie di que' tempii, che prima erano stati dedicati agl'idoli; et
insomma egli era quanto può esser bello un così fatto tempio antichissimo,

quando fu rovinato. Dopo le molte pitture fatte in Duomo, dipinse Spinello
in S. Francesco, nella capella de' Marsupini, Papa Onorio quando conferma
et appruova la Regola d'esso Santo, ritraendovi Innocenzio Quarto di

naturale, dovunque egli se l'avesse. Dipinse ancora nella medesima chiesa,
nella capella di S. Michelagnolo, molte storie di lui, lì dove si suonano le
campane, e poco di sotto alla capella di Messer Giuliano Baccio una
Nunziata con altre figure che sono molto lodate, le quali tutte opere fatte
in questa chiesa furono lavorate a fresco con una pratica molto risoluta dal

1334 insino al 1338. Nella Pieve poi della medesima città dipinse la capella
di S. Piero e S. Paulo, di sotto a essa quella di S. Michelagnolo, e per la
Fraternità di S. Maria della Misericordia, pur da quella banda, in fresco, la

capella di S. Iacopo e Filippo, e sopra la porta principale della Fraternità,
ch'è in piazza, cioè nell'arco, dipinse una Pietà con un S. Giovanni a
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