Page 262 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che è allato alla maggiore, è una Nunziata a fresco fatta con grandissima
diligenza, et in una faccia allato a quella è quando la Madonna sale i gradi
del tempio, accompagnata da Giovacchino et Anna; nell'altra capella è un
Crucifisso con la Madonna e S. Giovanni che lo piangono et in ginocchioni
un S. Bernardo che l'adora. Fece ancora nella faccia di dentro di quella
chiesa, dove è l'altare della Nostra Donna, essa Vergine col Figliuolo in
collo, che fu tenuta figura bellissima insieme con molte altre che egli fece
per quella chiesa sopra il coro della quale dipinse la Nostra Donna, S. Maria
Madalena e S. Bernardo molto vivamente. Nella Pieve similmente d'Arezzo,
nella capella di S. Bartolomeo, fece molte storie della vita di quel Santo, et
a dirimpetto a quella, nell'altra navata, nella capella di S. Matteo che è
sotto l'organo e che fu dipinta da Iacopo di Casentino suo maestro, fece,
oltre a molte storie di quel Santo che sono ragionevoli, nella volta in certi
tondi, i quattro Evangelisti in capricciosa maniera, perciò che sopra i busti e
le membra umane fece a S. Giovanni la testa d'aquila, a Marco il capo di
lione, a Luca di bue et a Matteo solo la faccia d'uomo, cioè d'Angelo. Fuor
d'Arezzo ancora dipinse nella chiesa di S. Stefano, fabricata dagl'Aretini
sopra molte colonne di graniti e di marmi per onorare e conservare la
memoria di molti martiri che furono da Giuliano Apostata fatti morire in
quel luogo, molte figure e storie con infinita diligenza e con tale maniera di
colori, che si erano freschissime conservate insino a oggi quando, non molti
anni sono, furono rovinate. Ma quello che in quel luogo era mirabile, oltre
le storie di S. Stefano fatte in figure maggiori che il vivo non è, era in una
storia de' Magi vedere Giuseppo allegro fuor di modo per la venuta di que'
re, da lui considerati con maniera bellissima mentre aprivano i vasi dei loro
tesori e l'offerivano. In quella chiesa medesima una Nostra Donna che
porge a Cristo fanciullino una rosa, era tenuta, et è, come figura bellissima
e devota, in tanta venerazione appresso gl'Aretini, che senza guardare a
niuna difficultà o spesa, quando fu gettata per terra la chiesa di Santo
Stefano, tagliarono intorno a essa il muro, et allacciatolo ingegnosamente,
la portarono nella città, collocandola in una chiesetta per onorarla, come
fanno, con la medesima devozione che prima facevano. Né ciò paia gran
fatto, perciò che, essendo stato proprio e cosa naturale di Spinello dare
alle sue figure una certa grazia semplice che ha del modesto e del santo,
pare che le figure che egli fece de' Santi e massimamente della Vergine
spirino un non so che di santo e di divino, che tira gl'uomini ad averle in
somma reverenza, come si può vedere, oltre alla detta, nella Nostra Donna
che è in sul canto degl'Albergetti, et in quella ch'è in una facciata della
Pieve dalla parte di fuori in seteria, e similmente in quella che è in sul
canto del canale della medesima sorte. È di mano di Spinello ancora, in
una facciata dello spedale dello Spirito Santo, una storia quando gli