Page 257 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di S. Maria della Neve. E nella Compagnia vecchia di S. Giovanni de'
Peducci fece molte storie di quel Santo, che oggi sono coperte di bianco.
Lavorò similmente nella chiesa di S. Domenico la capella di S. Cristofano,
ritraendovi di naturale il beato Masuolo che libera dalle carcere un

mercante de' Fei che fece far quella capella; il quale beato ne' suoi tempi,
come profeta, predisse molte disaventure agl'Aretini. Nella chiesa di S.
Agostino fece a fresco nella capella e all'altar de' Nardi, storie di S. Lorenzo
con maniera e pratica maravigliosa. E perché si esercitava anche nelle cose

d'architettura, per ordine dei sessanta sopradetti cittadini ricondusse sotto
le mura d'Arezzo l'acqua che viene dalle radici del Poggio di Pori, vicino alla
città braccia 300; la quale acqua al tempo de' Romani era stata prima
condotta al teatro, di che ancora vi sono le vestigie, e da quello, che era in

sul monte dove oggi è la fortezza, a l'amfiteatro della medesima città, nel
piano; i quali edifizii e condotti furono rovinati e guasti del tutto dai Gotti.
Avendo dunque, come s'è detto, fatta venire Iacopo quest'acqua sotto le
mura, fece la fonte che all'ora fu chiamata fonte Guizianelli, e che ora è

detta, essendo il vocabolo corrotto, fonte Viniziana; la quale da quel
tempo, che fu l'anno 1354, durò insino all'anno 1527, e non più; perciò che
la peste di quell'anno, la guerra che fu poi, l'averla molti a' suoi commodi
tirata per uso d'orti e molto più il non averla Iacopo condotta dentro, sono

state cagione ch'ella non è oggi, come doverebbe essere, in piedi. Mentre
che l'acqua si andava conducendo non lasciando Iacopo il dipignere, fece
nel palazzo che era nella cittadella vecchia, rovinato a' dì nostri, molte
storie de' fatti del Vescovo Guido e di Piero Sacconi, i quali uomini in pace

et in guerra avevano grandi et onorate cose fatto per quella città.
Similmente lavorò nella Pieve, sotto l'organo, la storia di S. Matteo e molte
altre opere assai. E così, facendo per tutta la città opere di sua mano,
mostrò a Spinello Aretino i principii di quell'arte che a lui fu insegnata da

Agnolo e che Spinello insegnò poi a Bernardo Daddi, che nella città sua
lavorando l'onorò di molte bell'opere di pittura, le quali, aggiunte all'altre
sue ottime qualità, furono cagione che egli fu molto onorato da' suoi
cittadini, che molto l'adoperarono nei magistrati et altri negozii publici.

Furono le pitture di Bernardo molte et in molta stima, e prima in S. Croce
la capella di S. Lorenzo e di S. Stefano de' Pulci e Berardi e molte altre

pitture in diversi luoghi di detta chiesa. Finalmente, avendo sopra le porte
della città di Fiorenza dalla parte di dentro fatto alcune pitture, carico
d'anni si morì et in S. Felicita ebbe onorato sepolcro l'anno 1380.

Ma tornando a Iacopo, oltre alle cose dette, al tempo suo ebbe principio,
l'anno 1350, la Compagnia e Fraternita de' pittori; perché i maestri che

allora vivevano, così della vecchia maniera greca come della nuova di
Cimabue, ritrovandosi in gran numero e considerando che l'arti del disegno
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