Page 268 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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disideroso di farsi vedere e conoscere agl'amici e parenti in quello miglior
stato, tornato alla patria, fu in essa molto carezzato e da tutti i cittadini
amorevolmente ricevuto. Né andò molto che gli fu dato a dipignere la
capella di S. Girolamo nel Carmine, dove, facendo molte storie di quel
Santo, figurò nella storia di Paula et Eustachio e di Girolamo, alcuni abiti
che usavano in quel tempo gli Spagnuoli, con invenzione molto propria e
con abondanza di modi e di pensieri nell'attitudini delle figure. Fra l'altre
cose, facendo in una storia quando S. Girolamo impara le prime lettere,
fece un maestro che, fatto levare a cavallo un fanciullo addosso a un altro,
lo percuote con la sferza di maniera che il povero putto, per lo gran duolo
menando le gambe, pare che gridando tenti mordere un orecchio a colui
che lo tiene; il che tutto con grazia e molto leggiadramente espresse
Gherardo, come colui che andava ghiribizzando intorno alle cose della
natura. Similmente nel testamento di S. Girolamo vicino alla morte
contrafece alcuni frati con bella e molto pronta maniera; perciò che alcuni
scrivendo et altri fisamente ascoltando e rimirandolo, osservano tutti le
parole del loro maestro con grande affetto.
Quest'opera avendo acquistato allo Starnina appresso gl'artefici grado e
fama, et i costumi, con la dolcezza della pratica, grandissima reputazione,
era il nome di Gherardo famoso per tutta Toscana, anzi per tutta Italia,
quando, chiamato a Pisa a dipignere in quella città il capitolo di S. Nicola,
vi mandò in suo scambio Antonio Vite da Pistoia, per non si partire di
Firenze; il quale Antonio, avendo sotto la disciplina dello Starnina imparata
la maniera di lui, fece in quel capitolo la Passione di Gesù Cristo, e la diede
finita, in quel modo che ella oggi si vede, l'anno 1403, con molta
sodisfazione de' Pisani. Avendo poi, come s'è detto, finita la capella de'
Pugliesi, et essendo molto piaciute ai Fiorentini l'opere che vi fece di S.
Girolamo, per avere egli espresso vivamente molti affetti et attitudini non
state messe in opera fino allora dai pittori stati innanzi a lui, il Comune di
Firenze, l'anno che Gabriel Maria signor di Pisa vendé quella città ai
Fiorentini per prezzo di dugentomila scudi dopo l'avere sostenuto Giovanni
Gambacorta l'assedio tredici mesi et in ultimo accordatosi anch'egli alla
vendita, fece dipignere dallo Starnina, per memoria di ciò, nella facciata
del palazzo della Parte Guelfa, un San Dionigi vescovo con due Angeli, e
sotto a quello ritratta di naturale la città di Pisa, nel che fare egli usò tanta
diligenza in ogni cosa e particolarmente nel colorirla a fresco, che
nonostante l'aria e le pioggie e l'essere volta a tramontana, ell'è sempre
stata tenuta pittura degna di molta lode, e si tiene al presente per essersi
mantenuta fresca e bella come s'ella fusse fatta pur ora.
Venuto dunque per questa o per l'altre opere sue Gherardo in reputazione
e fama grandissima nella patria e fuori, la morte, invidiosa e nemica