Page 271 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Dionigi Areopagita la veste di se stesso sopra alcuni morti che nel nome di
Gesù Cristo rianno la vita, con molta maraviglia d'alcuni che presenti al
fatto a pena il credono agl'occhi loro medesimi. Così anche nelle figure de'
morti si vede grandissimo artifizio in alcuni scorti, ne' quali apertamente si
dimostra che Lippo conobbe e tentò in parte alcune difficultà dell'arte della
pittura. Lippo medesimamente fu quegli che dipinse i portelli nel tempio di
San Giovanni, cioè del tabernacolo dove sono gl'Angeli et il San Giovanni di
rilievo di mano d'Andrea, nei quali lavorò a tempera molto diligentemente
istorie di San Giovanni Battista. E perché si dilettò anco di lavorare di
musaico, nel detto San Giovanni sopra la porta che va alla Misericordia, fra
le finestre, fece un principio, che fu tenuto bellissimo e la migliore opera di
musaico che in quel luogo fino allora fusse stata fatta e racconciò ancora
alcune cose, pure di musaico, che in quel tempio erano guaste. Dipinse
ancora fuor di Fiorenza, in San Giovanni fra l'Arcora, fuor della porta a
Faenza, che fu rovinato per l'assedio di detta città, allato a una Passione di
Cristo fatta da Buffalmacco, molte figure a fresco che furono tenute
bellissime da chiunche le vide. Lavorò similmente a fresco in certi
spedaletti della porta a Faenza et in Santo Antonio dentro a detta porta,
vicino allo spedale, certi poveri in diverse bellissime maniere et attitudini, e
dentro nel chiostro fece con bella e nuova invenzione una visione nella
quale figurò quando Santo Antonio vede i lacci del mondo et appresso a
quelli la volontà e gl'appetiti degl'uomini, che sono dall'una e dagl'altri
tirati alle cose diverse di questo mondo, il che tutto fece con molta
considerazione e giudizio. Lavorò ancora Lippo cose di musaico in molti
luoghi d'Italia e, nella Parte guelfa in Firenze fece una figura con la testa
invetriata, et in Pisa ancora sono molte cose sue. Ma nondimeno si può
dire che egli fusse veramente infelice, poiché non solo la maggior parte
delle fatiche sue sono oggi per terra e nelle rovine dell'assedio di Fiorenza
andate in perdizione, ma ancora per avere egli molto infelicemente
terminato il corso degl'anni suoi, conciò sia che, essendo Lippo persona
litigiosa e che più amava la discordia che la pace, per avere una mattina
detto bruttissime parole a un suo avversario al Tribunale della Mercanzia,
egli fusse una sera, che se ne tornava a casa, da colui appostato e con un
coltello di maniera ferito nel petto che pochi giorni dopo miseramente si
morì. Furono le sue piture circa il MCCCCX.
Fu nei medesimi tempi di Lippo, in Bologna, un altro pittore chiamato
similmente Lippo Dalmasi, il quale fu valente uomo, e fra l'altre cose
dipinse, come si può vedere in San Petronio di Bologna, l'anno 1407, una
Nostra Donna che è tenuta in molta venerazione, et in fresco l'arco sopra la
porta di San Proclo, e nella chiesa di San Francesco nella tribuna dell'altar
maggiore fece un Cristo grande in mezzo a San Pietro e San Paulo, con