Page 270 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI LIPPO PITTORE FIORENTINO
Sempre fu tenuta e sarà la invenzione madre verissima dell'architettura,
della pittura e della poesia, anzi pure di tutte le migliori arti e di tutte le
cose maravigliose che dagl'uomini si fanno; perciò che ella gradisce
gl'artefici molto e di loro mostra i ghiribizzi et i capricci de' fantastichi
cervelli che truovano la varietà delle cose; le novità delle quali esaltano
sempre con maravigliosa lode tutti quelli che in cose onorate
adoperandosi, con straordinaria bellezza danno forma, sotto coperta e
velata ombra alle cose che fanno, talora lodando altrui con destrezza, e
talvolta biasimando senza essere apertamente intesi.
Lippo dunque, pittore fiorentino che tanto fu vario e raro nell'invenzione
quanto furono veramente infelici l'opere sue e la vita che gli durò poco,
nacque in Fiorenza intorno agl'anni di nostra salute 1354, e se bene si mise
all'arte della pittura assai ben tardi e già grande, nondimeno fu in modo
aiutato dalla natura che a ciò l'inclinava e dall'ingegno che aveva
bellissimo, e che presto fece in essa maravigliosi frutti; perciò che,
cominciando in Fiorenza i suoi lavori, fece in S. Benedetto, grande e bel
monasterio fuor della porta a Pinti, dell'Ordine di Camaldoli, oggi rovinato,
molte figure che furono tenute bellissime, e particolarmente tutta una
capella di sua mano, che mostrava quanto un sollecito studio faccia
tostamente fare cose grandi a chi per disiderio di gloria onoratamente
s'affatica. Da Fiorenza essendo condotto in Arezzo, nella chiesa di Santo
Antonio alla capella de' Magi fece in fresco una storia grande, dove eglino
adorano Cristo, et in Vescovado la capella di San Iacopo e San Cristofano,
per la famiglia degl'Ubertini, le quali tutte cose, avendo egli invenzione nel
comporre le storie e nel colorire, furono bellissime, e massimamente
essendo egli stato il primo che cominciasse a scherzare, per dir così, con le
figure, e svegliare gl'animi di coloro che furono dopo lui, la qual cosa inanzi
non era stata, non che messa in uso, pure acennata. Avendo poi molte
cose lavorato in Bologna, et in Pistoia una tavola che fu ragionevole, se ne
tornò a Fiorenza, dove in Santa Maria Maggiore dipinse nella cappella de'
Beccundi l'anno 1383 le storie di San Giovanni Evangelista; allato alla quale
capella, che è accanto alla maggiore a man sinistra, seguitano nella
facciata della chiesa, di mano del medesimo, sei storie del medesimo
santo, molto ben composte et ingegnosamente ordinate, dove fra l'altre
cose e molto vivamente espresse un San Giovanni che fa mettere da San