Page 282 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di naturale quel papa et alcuni cardinali; la quale opera, come cosa nuova
e bella, fu allora molto lodata; onde meritò d'essere il primo che dipignesse
nella principale chiesa della sua città, cioè in Santa Maria del Fiore, dove
sotto le finestre di ciascuna capella dipinse quel Santo al quale ell'è
intitolata, e nei pilastri poi e per la chiesa i dodici Apostoli con le croci della
consegrazione, essendo quel tempio stato solennissimamente quello stesso
anno consegrato da papa Eugenio Quarto viniziano. Nella medesima chiesa
gli fecero dipignere gl'Operai, per ordine del publico, nel muro a fresco, un
deposito finto di marmo, per memoria del cardinale de' Corsini che ivi è
sopra la cassa ritratto di naturale; e sopra quello un altro simile, per
memoria di maestro Luigi Marsili famosissimo teologo, il quale andò
ambasciadore con Messer Luigi Guicciardini e Messer Guccio di Gino,
onoratissimi cavalieri, al duca d'Angiò. Fu poi Lorenzo condotto in Arezzo
da don Laurentino abbate di San Bernardo, monasterio dell'Ordine di Monte
Oliveto, dove dipinse, per Messer Carlo Marsupini, a fresco, istorie della
vita di San Bernardo nella capella maggiore; ma volendo poi dipignere nel
chiostro del convento la vita di San Benedetto, poi dico che egli avesse per
Francesco Vecchio de' Bacci dipinta la maggior capella della chiesa di San
Francesco, dove fece solo la volta e mezzo l'arco, s'amalò di mal di petto;
per che, facendosi portare a Firenze, lasciò che Marco da Monte Pulciano
suo discepolo, col disegno che aveva egli fatto e lasciato a don Laurentino,
facesse nel detto chiostro le storie della vita di San Benedetto; il che fece
Marco, come seppe il meglio, e diede finita l'anno 1448 a' dì 24 d'aprile
tutta l'opera di chiaro scuro, come si vede esservi scritto di sua mano, con
versi e parole che non sono men goffi che siano le pitture. Tornato Lorenzo
alla patria, risanato che fu, nella medesima facciata del convento di S.
Croce, dove aveva fatto il S. Cristofano, dipinse l'assunzione di Nostra
Donna in cielo, circundata da un coro d'Angeli, et a basso un S. Tommaso
che riceve la cintola; nel far la quale opera, per esser Lorenzo malaticcio, si
fece aiutare a Donatello allora giovanetto; onde con sì fatto aiuto fu finita
di sorte l'anno 1450, che io credo ch'ella sia la miglior opera, e per disegno
e per colorito, che mai facesse Lorenzo; il quale non molto dopo, essendo
vecchio et affaticato, si morì d'età di sessanta anni in circa, lasciando due
figliuoli che attesero alla pittura, l'uno de' quali, che ebbe nome Bicci, gli
diede aiuto in fare molti lavori e l'altro, che fu chiamato Neri, ritrasse suo
padre e se stesso nella capella de' Lenzi in Ogni Santi, in due tondi con
lettere intorno che dicono il nome dell'uno e dell'altro. Nella quale capella
de' Lenzi facendo il medesimo alcune storie della Nostra Donna, si ingegnò
di contrafare molti abiti di que' tempi, così di maschi come di femine, e
nella capella fece la tavola a tempera. Parimente, nella Badia di S. Felice,
in piazza di Firenze, dell'Ordine di Camaldoli, fece alcune tavole, et una