Page 285 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 285





republica, ma per avvertire i giudizii, i consigli, i partiti et i maneggi degli
uomini, cagione poi delle felici et infelici azzioni; il che è proprio l'anima
dell'istoria; e quello che invero insegna vivere e fa gli uomini prudenti, e
che appresso al piacere che si trae del vedere le cose passate come

presenti, è il vero fine di quella; per la qual cosa avendo io preso a scriver
la istoria de' nobilissimi artefici, per giovar all'arti quanto patiscono le forze
mie, et appresso per onorarle, ho tenuto quanto io poteva, ad imitazione di
così valenti uomini, il medesimo modo; e mi sono ingegnato non solo di

dire quel che hanno fatto, ma di scegliere ancora discorrendo il meglio dal
buono, e l'ottimo dal migliore, e notare un poco diligentemente i modi, le
arie, le maniere, i tratti e le fantasie de' pittori e degli scultori;
investigando, quanto più diligentemente ho saputo, di far conoscere a

quegli che questo per se stessi non sanno fare, le cause e le radici delle
maniere e del miglioramento e peggioramento delle arti accaduto in diversi
tempi et in diverse persone. E perché nel principio di queste Vite io parlai
de la nobiltà et antichità di esse arti, quanto a questo proposito si

richiedeva, lasciando da parte molte cose di che io mi sarei potuto servire
di Plinio e d'altri autori, se io non avessi voluto, contra la credenza forse di
molti, lasciar libero a ciascheduno il vedere le altrui fantasie ne' proprii
fonti, mi pare che e' si convenga fare al presente quello che, fuggendo il

tedio e la lunghezza, mortal nemica delle attenzioni, non mi fu lecito fare
allora, cioè aprire più diligentemente l'animo et intenzione mia, e mostrare
a che fine io abbia diviso questo corpo delle Vite in tre parti.

Bene è vero che quantunque la grandezza delle arti nasca in alcuno da la
diligenza, in un altro da lo studio, in questo da la imitazione, in quello da la
cognizione delle scienzie che tutte porgono aiuto a queste, et in chi da le

predette cose tutte insieme o da la parte maggiore di quelle, io
nientedimanco per avere nelle vite de' particolari ragionato a bastanza de'
modi de l'arte, de le maniere e de le cagioni del bene e meglio et ottimo
operare di quelli, ragionerò di questa cosa generalmente, e più presto de la

qualità de' tempi che de le persone, distinte e divise da me, per non
ricercarla troppo minutamente, in tre parti, o vogliamole chiamare età, da
la rinascita di queste arti sino al secolo che noi viviamo, per quella
manifestissima differenza che in ciascuna di loro si conosce. Conciò sia che

nella prima e più antica si sia veduto queste tre arti essere state molto
lontane da la loro perfezzione, e come che elle abbiano avuto qualcosa di
buono, essere stato accompagnato da tanta imperfezzione, che e' non
merita per certo troppa gran lode; ancora che, per aver dato principio e via

e modo al meglio che seguitò poi, se non fusse altro, non si può se non
dirne bene, e darle un po' più gloria che, se si avesse a giudicare con la
perfetta regola dell'arte, non hanno meritato l'opere stesse. Nella seconda
   280   281   282   283   284   285   286   287   288   289   290